Il referendum per ridefinire i confini del Parco nazionale del Gran Sasso e dei Sic (i Siti di interesse comunitario), e delle Zps, (le Zone di protezione speciale), che interessano la montagna aquilana, finalmente si farà.
Il Comitato promotore canta vittoria, dopo che la giunta comunale ha approvato la delibera di modifica e integrazione del Regolamento sulla partecipazione e che il consiglio comunale ha approvato giovedì scorso. Un passaggio importante in quanto la richiesta per l’indizione del referendum popolare si era arenata proprio sul regolamento comunale. Per il portavoce del Comitato #Save Gran Sasso, Luigi Faccia – che guida il movimento per la rimodulazione dei confini del Parco nato per effetto delle molte limitazioni allo sviluppo turistico e quindi economico del territorio che derivano dai lacci imposti dal Parco nazionale – si tratta di una bellissima vittoria.
In sostanza lo statuto non permetteva la partecipazione e la richiesta di un referendum (in alcun caso e non solo in questo specifico relativo ai confini del Parco nazionale). Il Comitato dei garanti, infatti, non poteva essere costituito in quanto uno dei componenti non era compatibile con la nomina: il Consiglio superiore della magistratura nel novembre scorso non aveva concesso l’autorizzazione a un giudice a parteciparvi.
Da statuto, le figure necessarie da nominare infatti sono tre. Nessun problema c’era stato per le prime due, il segretario generale dell’amministrazione comunale e il difensore civico. Invece lo stallo si è creato sulla nomina del presidente del Tribunale, in quanto il Csm da tempo si oppone per incompatibilità a tale nomina nella commissione.
Una limitazione che impediva a chiunque – per qualsiasi causa – a indire un referendum comunale (e quindi solo consultivo).
Ora, invece, finalmente si parte. Presumibilmente già ad aprile, se l’iter non subirà altri stop, si potrà cominciare a raccogliere le 5mila firme necessarie per ottenere il referendum consultivo.
Ci saranno 90 giorni di tempo per farlo e il Comitato #Save Gran Sasso punta già a raccoglierne molte di più, per poter dare un segnale forte alla politica e a chi amministra il territorio, un territorio che cambia, e che ha oggi esigenze diverse da quelle di 50 anni fa. Che cosa succederà una volta raccolte le firme? A quel punto il consiglio comunale dovrà decidere sull’indizione del referenudm, stabilendo anche tempi e modi per farlo.
Il servizio del Tg8: