Attentato Barcellona, turisti rientrati a Pescara. Il primo volo di ritorno in Abruzzo da Barcellona, dopo l’attentato di giovedì scorso nella metropoli catalana, è atterrato nel pomeriggio di ieri poco prima delle 13.55, con quasi venti minuti di anticipo sull’orario ufficiale, all’aeroporto di Pescara: sul volo Ryanair Girona-Pescara alcuni abruzzesi, ma anche persone di altre regioni, soprattutto della Puglia, che si trovavano a Barcellona, al momento della strage sulla Rambla dove hanno perso la vita 14 persone e oltre 120 sono rimaste ferite.
Una coppia della provincia di Foggia ha ancora la paura negli occhi: “Non eravamo sulla Rambla, ma abbiamo saputo subito quello che era accaduto. Abbiamo visto tante forze dell’ordine e mezzi di soccorso per le strade. La paura c’è stata, ma bisogna reagire altrimenti dovremmo restare tutti a casa”. Un gruppo di amici del Barese proprio giovedì aveva deciso di andare a fare una gita fuori Barcellona. “Meno male. Ci dispiace per le vittime e i feriti, e anche perché Barcellona è una città bellissima. Non eravamo in centro giovedì, ma abbiamo subito saputo dai media locali che c’era stato un attentato. Se capiterà però torneremo in Spagna”. Una signora di Girona, la città dove si trova il secondo aeroporto di Barcellona, ha raccontato che oggi in aeroporto c’erano più controlli e poi polizia, soprattutto fuori dallo scalo. “I controlli sono sempre molto severi. Ma oggi c’erano più agenti, anche lungo le strade di accesso all’aeroporto”. La signora Miriam, catalana, e sposata con un uomo di S. Severo racconta che spesso si trovavano a passare per la Rambla nei giorni in cui erano a Barcellona, ma che giovedì scorso avevano deciso di andare fuori:
“Noi giovedì pomeriggio non eravamo la per fortuna perché è la strada che facciamo noi spesso. Dopo giovedì c’era un po’ di paura, ma Barcellona è una città forte che ha reagito e gridato ‘no’ al terrore. Nessuno – ha spiegato Miriam – si aspettava un attentato soprattutto in una strada come la Rambla, sempre molto trafficata. Devo dire però che le forze dell’ordine hanno fatto un grandissimo lavoro e preso subito in mano la situazione”. Due giovani della provincia di Pescara erano a Barcellona giovedì scorso, ma non sulla Rambla. “Non sono stati giorni facili. In città dopo l’attentato si vedeva meno gente per le strade. Noi stavamo in albergo giovedì pomeriggio. Poco dopo abbiamo saputo quello che era successo”.
Tutti sono fuggiti da Barcellona al grido “non abbiamo paura dell’Isis” però a conti fatti penso che tutti se la facciano addosso pe gli eventi capitati! La vita deve continuare è vero, ma ci fosse qualcuno che denunciasse la paura davanti ad un microfono e ad una telecamera! Tutti coraggiosi! Il coraggio “sbruffone” non esimia dalla bugia vigliacca! La paura è umana naturale e giustificata in questi casi, dimostrarla di averla non è ammettere di essere vile! Se i morti potessero…..parlare! Povero chi…è morto!