L’Aquila, Parco della Memoria e polemiche. Centofanti, città non lo merita. Pezzopane, il ricordo è fondamentale
“Questa città, con le doverose eccezioni, non se lo merita un luogo della memoria”. E’ lo sfogo di Antonietta Centofanti, presidente del Comitato Familiari Vittime Casa dello Studente, sulle polemiche sorte all’Aquila in merito alla realizzazione del parco della memoria innescate da una petizione di cittadini che chiede lo spostamento in un luogo alternativo, nello spazio antistante la casa dello studente, da quello di piazzale Paoli. Il Comune, con il vice sindaco Guido Liris, ha però confermato che nel prossimo mese di febbraio saranno appaltati i lavori per la realizzazione del parco a piazzale Paoli finanziato con 900 mila euro. Di fronte alla casa dello studente, uno dei simboli del terremoto dell’Aquila, dove il 6 aprile 2009 sono morte otto ragazzi che studiavano all’Aquila, è previsto un altro luogo della memoria, una sorta di ground zero. Come previsto in un protocollo d’intesa a firma della precedente Amministrazione comunale, dell’Università degli studi dell’Aquila e dell’Adsu. Sulla polemica interviene anche la senatrice del Pd Stefania Pezzopane: “Il ricordo e la memoria, sono beni collettivi di un’intera comunità; entrambi, elementi di civiltà e cuore, ma anche preziosa traccia da tramandare alle future generazioni perché mai più si debbano piangere vite strappate dalla furia di un cataclisma”. “A quasi nove dal sisma c’è solo un luogo dove è possibile leggere i nomi di tutti coloro che ci hanno lasciato. la Cappella della Memoria presso la Chiesa di Sant’Agostino – spiega ancora Centofanti che in riferimento alla “soluzione alternativa a Piazzale Paoli, individuata dai firmatari della petizione, ricordo a tutti che c’è un protocollo d’intesa a firma della precedente Amministrazione, l’Adsu e l’Università degli Studi dell’Aquila che prevede la realizzazione di una spazio della memoria, la cui ideazione è affidata agli studenti dell’Università e dedicato a tutti gli universitari periti, e non solo agli otto ragazzi assassinati alla Casa dello Studente”. “E’ il tributo obbligatorio che la città deve a queste giovani vite, che molto hanno dato, anche in termini economici, alla comunità”.
E quel luogo deve continuare ad essere di monito per chi costruisce e per chi governa perché non si dimentichi mai più che gli edifici pubblici – e in prima battuta le scuole di ogni ordine e grado, gli studentati, le sedi universitarie- debbano garantire la massima sicurezza. Se non altro, perché accolgono il futuro di questo paese – conclude Centofanti che nel crollo della casa dello studente ha perso il nipote.