Una manifestazione davanti all’auditorium del parco del castello, portando il simbolo di una rosa, con dignità, affinché l’indifferenza e la prepotenza e il silenzio di alcuni – e le operazioni mediatiche di altri – non insabbino la storia della città dell’Aquila, una storia duramente colpita dalla tragedia del 6 aprile 2009, quando il terremoto portò via 309 persone.
E’ questo il senso della manifestazione organizzata dalle associazioni aquilane che riuniscono i familiari delle vittime, tra cui Vincenzo Vittorini, Maurizio Cora, Pier Paolo Visione e Massimo Cinque, che nel sisma hanno perso figli, mogli, fratelli.
Si terrà non in un giorno qualsiasi, ma il 30 marzo prossimo, a partire dalle 17, settimo anniversario del giorno in cui l’ex capo del Dipartimento della Protezione civile, Guido Bertolaso, telefonò all’allora assessore regionale alla Protezione civile Daniela Stati, per organizzare una riunione della Commissione grandi rischi all’Aquila che ristabilisse tranquillità dopo mesi di sciame sismico e soprattutto zittisse gli allarmismi diffusi da Giampaolo Giuliani, conosciuto come il tecnico del radon che annunciava da settimane l’arrivo di una scossa tremenda. Una manifestazione per mantenere viva l’attenzione locale e nazionale su una vicenda – quella definita dai familiari delle vittime del sisma “la strage dell’Aquila” – che sta scivolando nell’oblio e nella contraddizione.
“Noi ci saremo – spiega Vittorini raggiunto a telefono – anche per sollecitare la città a partecipare di più, a essere presente attivamente accanto ai familiari delle vittime nei processi penali legati alla Grandi rischi”.
Anche perché, ribadisce, è una storia che riguarda tutti. Lo scopo della manifestazione, spiega Vittorini è anche un altro: quello di non permettere alla giustizia itaiana di dimenticare e di insabbiare la strage dell’Aquila. Parole dure, destinate a far discutere.
“La nostra è una battaglia di civiltà”, prosegue Vittorini, che torna a sfidare e ad attaccare l’ex capo della Protezione civile Bertolaso, il quale per due volte ha annunciato di voler rinunciare alla prescrizione del processo in cui è coinvolto (il cosiddetto procedimento “Grandi rischi bis”, fatto slittare dal giudice per l’udienza preliminare Giuseppe Grieco al 21 giugno prossimo, a quattro mesi appunto dalla prescrizione, tra immense polemiche da parte dei familiari delle vittime). Proprio ieri intervistato nel corso del programma di La7 “”Fuori onda”, Bertolaso ha ribadito che presenterà la domanda di rinuncia alla prescrizione nel momento in cui questa scatterà.
“Che venga a farlo subito – ha detto Vittorini – e la smetta di portare avanti operazioni mediatiche come quella che all’Aquila, sette anni fa, ha portato a una strage”.