La polizia di Chieti ha eseguito una misura cautelare che consiste nel divieto di avvicinamento alla sua ex fidanzatina e ai suoi familiari, nei confronti di un ventenne di Pescara accusato di comportamento violento verso una minorenne.
Sabato scorso, gli uomini della Sezione di Polizia Giudiziaria della Polizia di Stato della Procura della Repubblica di Chieti, hanno eseguito a carico di un ragazzo ventenne di Pescara, una misura cautelare emessa dal GIP del Tribunale di Chieti, su richiesta della Procura della Repubblica di Chieti, che consiste nel divieto di avvicinamento alla sua ex fidanzatina, minorenne, ai familiari della giovane e ai luoghi frequentati abitualmente da essi. A seguito di denuncia presentata nell’aprile scorso, la Polizia di Stato della Sezione di PG della Procura di Chieti, ha avviato una rapida attività investigativa. Secondo l’accusa, il ragazzo indagato e la persona offesa dal reato, una ragazza minorenne residente in un Comune della Provincia di Chieti, avevano avuto una relazione sentimentale, successivamente terminata per volontà della ragazza a causa del comportamento violento di lui. Il rapporto tra i due, infatti, secondo quanto appurato dalle indagini e in base alla denuncia della giovane, era caratterizzato da una condotta violenta e persecutoria del ragazzo, il quale soggiogava completamente al suo volere la fidanzatina di allora. Le condotte violente assunte dall’indagato, sempre secondo le indagini, erano ripetute e reiterate nel tempo, tanto che già in passato, quando era ancora minorenne, l’Autorità Giudiziaria aveva assunto nei confronti del giovane, un provvedimento di assegnazione in una comunità, dalla quale però il ragazzo è fuggito ed è stato successivamente fatto oggetto di provvedimento cautelare di permanenza obbligatoria nella propria abitazione.
La vittima, nei mesi scorsi, aveva deciso di interrompere definitivamente il rapporto, ma questa scelta avrebbe provocato la furiosa reazione dell’indagato che poneva in essere condotte sempre più violente, minacciose e prevaricatorie ai danni non solo della ragazza, ma anche nei confronti degli amici e delle amiche della stessa, costringendola ad un isolamento forzato, impedendogli ogni forma di relazione sociale. In un’occasione, riferiscono gli investigatori, l’indagato si è recato persino nella scuola frequentata dalla ragazza aspettandola all’uscita; in altre occasioni la pedinava mentre era in compagnia di amiche e amici costringendola ad incontrarlo, obbligandola a consegnargli il proprio telefono, percuotendola e ingiuriandola pubblicamente, minacciandola persino di morte, impedendogli di frequentare determinati luoghi. Il ragazzo, inoltre, era ormai solito stazionare nei pressi dell’abitazione della vittima, costringendo la ragazza a vivere chiusa in casa.
La continua condotta di stalking posta in essere dal giovane indagato, avveniva anche attraverso insulti e minacce di morte a mezzo Facebook, ed anche tramite sms telefonici al punto che la ragazza si è vista costretta a cambiare anche il proprio numero di telefono. Tutto ciò determinava nella vittima un forte stato di ansia, costringendola a vivere nel terrore ed a modificare completamente le proprie normali abitudini di vita; la ragazza, inoltre, temendo per l’incolumità dei propri cari, era stata costretta a vivere isolata anche dai propri amici; le poche volte che usciva doveva essere accompagnata dai genitori poiché viveva nel terrore di subire atti di aggressione, minacce, ingiurie e ritorsioni. L’indagato non potrà più avvicinarsi alla ragazza ed ai suoi familiari e dovrà tenersi a debita distanza da tutti i luoghi da lei frequentati.