Parzialmente accolto, dal Consiglio di Stato, l’appello proposto dal Comune di Pescara e da alcuni vincitori del concorso per entrare nella polizia municipale.
Sul caso dovrà esprimersi nuovamente il Tar di Pescara.Il concorso, svoltosi nell’ottobre del 2019, era finalizzato all’assunzione di 45 nuovi vigili urbani. Nove candidati esclusi dalla graduatoria, assistiti dagli avvocati Cesidio Buccilli e Marcello Di Iorio, si rivolsero però al Tar di Pescara, che nel febbraio scorso ha annullato il concorso, ritenendo che fosse stato violato il principio dell’anonimato, dal momento che i compiti redatti dai candidati sarebbero risultati riconoscibili in virtù di un codice numerico presente sui fogli delle due prove scritte.Il Comune e alcuni vincitori del concorso hanno presentato appello al Consiglio di Stato, che ha accolto il ricorso unicamente in riferimento al fatto che, all’udienza cautelare davanti al Tar di Pescara, non avevano preso parte tutti i candidati entrati in graduatoria. Circostanza che, per il Consiglio di Stato, rappresenta un “difetto di contraddittorio”.Nel merito, tuttavIa, il Consiglio di Stato, ad una valutazione sommaria tipica della fase cautelare, ha ritenuto fondata l’eccezione di violazione del principio dell’anonimato e ha quindi ha ordinato al Tar di Pescara di ripetere l’udienza cautelare alla presenza di tutti i candidati in graduatoria.In vista del nuovo pronunciamento del Tar di Pescara, atteso a breve, il Comune potrebbe decidere di assumere vigili urbani a tempo determinato, attingendo dalla vecchia graduatoria risalente al 2018