Banca Etruria, arbitrato: risparmiatori pronti a invadere Roma

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E’ prevista in settimana la consegna della prima istanza di sequestro preventivo dei beni di Banca Etruria al pubblico ministero Roberto Rossi e riguarda un risparmiatore del Comune di Pizzoli.

Paese in cui 1.500 persone hanno perso somme più o meno grandi per avere acquistato azioni liquide o sottoscritto obbligazioni subordinate poi neutralizzate dal decreto salva-banche del governo.

Intanto proprio questa mattina il referente del comitato, Domenico Ioannucci, ha incontrato a Roma le associazioni dei risparmiatori per organizzare una grande manifestazione nazionale contro la decisione del governo di procedere attraverso gli arbitrati.

Il risparmiatore di Pizzoli che ha deciso di procedere autonomamente rispetto al comitato che riunisce i clienti beffati di Pizzoli, L’Aquila, Amatrice, Antrodoco e Roma, ha perso una somma molto importante e ha deciso di procedere da solo avendo tutti i documenti pronti per questa azione e fare così più presto.

Naturalmente, come spiega l’avvocato Vanna Pizzi, che segue la situazione di un centinaio di cittadini che hanno perso tutto o in parte i loro risparmi, toccherà ora al magistrato Rossi decidere se accogliere o meno l’istanza, anche se “è stata costruita in modo molto circostanziato”, spiega il legale.

“Una delle indagini che riguarda Banca Etruria pendente presso la procura di Arezzo e in particolare quella relativa all’ipotesi di reato di ostacolo alla vigilanza – spiega l’avvocato – è stata chiusa. E’ probabile che per la vendita di un suo immobile, l’istituto di credito non abbia trasposto la plusvalenza nel bilancio 2012 e non abbia reso certa la transazione, come si legge dall’avviso di chiusura delle indagini. Questo avrebbe inciso – chiarisce ancora il legale dei risparmiatori – sulla possibilità da parte degli organi di vigilanza di verificare l’operato e per questa specifica transazione immobiliare potrebbe essere derivata una diminuzione patrimoniale dell’istituto”.

In sostanza, questa informazione non è stata data agli organi di controllo e probabilmente nemmeno ai risparmiatori, che non hanno così potuto decidere sulla base di informazioni trasparenti.

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Se, infatti, la condizione patrimoniale dell’istituto di credito fosse peggiorata, questa informazione avrebbe inciso anche sui titoli, quindi – secondo l’avvocato Pizzi – chi ha sottoscritto le obbligazioni e azioni aveva il diritto di avere questa informazione. La richiesta di sequestro preventivo per il risparmiatore di Pizzoli fa da apripista ad altre azioni simili. Ci sono altri singoli risparmiatori dell’Aquila, di Amatrice, Roma e Arezzo interessati a fare istanza di sequestro preventivo.

Per quanto riguarda la situazione del comitato “Difesa dei risparmiatori Banca Etruria” di Pizzoli, invece, si procederà con una dazione unica di tutte le posizioni. Sono stati già raccolti a questo scopo tutti i documenti, mentre è previsto per gli inizi di febbraio l’incontro fra una delegazione del comitato e il presidente delle quattro banche salvate, Roberto Nicastro.