Chieti: da tentato omicidio a lesioni gravi, pena derubricata

Da tentato omicidio a lesioni gravi: il tribunale di Chieti ha derubricato l’accusa, pertanto la pena inflitta ad un pescarese di 52 anni è di un anno e tre mesi di reclusione.

 

L’uomo, insieme al figlio, aggredì il cognato con un coltello. Il pm aveva chiesto la condanna a 12 anni e due mesi. Nel settembre 2017, per lo stesso fatto, il figlio di 27 anni era stato condannato a 14 anni di reclusione per tentato omicidio, oltre che per porto abusivo di coltello e minaccia grave. Padre e figlio, difesi dall’avvocato Tino Innaurato, pur essendo imputati per gli stessi reati in concorso, sono stati processati in tempi diversi perché la posizione del primo venne stralciata per un difetto di notifica. L’aggressione era stata compiuta in un’abitazione di Poggiofiorito, nel pomeriggio del 2 novembre del 2015.

Il cognato del pescarese, 52enne, era appena uscito di casa per prendere la legna quando, secondo l’accusa, venne aggredito alle spalle da padre e figlio, armati entrambi di coltello. L’uomo venne ferito alla nuca, al torace, all’addome, all’avambraccio e a una mano; le lesioni vennero giudicate guaribili in una ventina di giorni. All’origine dell’accoltellamento sarebbero stati vecchi dissapori di famiglia. La difesa di entrambi gli imputati ha sempre respinto l’accusa di tentato omicidio, sostenendo che si era trattato di una lite sfociata in lesioni personali. Ora anche per il figlio del 52enne si profila la possibilità di derubricazione del reato nel processo in Corte d’appello a L’Aquila, previsto il prossimo 28 febbraio.

Marina Moretti: