Siamo in guerra, dice Confcommercio Abruzzo. Una guerra contro lo spopolamento dell’Aquila e l’abbandono dell’Abruzzo interno per effetto di tante crisi che si sono sovrapposte.
La crisi economica e poi quelle legate al post-sisma del 2009 e a quello più recente, e conseguenza del maltempo che ha stremato i piccoli commercianti abruzzesi dall’Aquilano a Teramo, da Chieti a Pescara. Migliaia le saracinesche abbassate negli ultimi anni, gli imprenditori del commercio da soli non riescono più ad andare avanti. E la Confcommercio torna a chiedere alla politica azioni poderose per salvare tante attività. Come? Ad esempio con la sospensione dei tributi da un lato e con soluzioni strutturali che prevedano zone franche per 5 anni, oppure provvedimenti simili a quelli adottati dalle province a statuto speciale, dall’altro lato. Ma occorre fare presto, dice Celso Cioni, che punta il dito anche contro chi, come il geologo Carlo Meletti, diffonde un terrorismo psicologico sulla tenuta sismica del Paese.
In un’intervista al Messaggero di tre giorni fa Meletti aveva sostenuto, infatti, che “parte dell’Appennino si muove verso l’Adriatico, mentre un’altra parte resta indietro. In questo modo l’Appennino – secondo il famoso geologo – si starebbe lacerando”.