Il Comune di Pescara nega la sede della Nave di Cascella per l’evento finale del “Pride Week”, ed è polemica. Gli organizzatori: “Lì dove il segretario di un partito (Salvini N.d.R) tenne un comizio politico.” Arriva la risposta dell’Ente.
“L’Abruzzo Pride non è d’interesse pubblico”. Lo denunciano gli organizzatori della prima Pride week della regione, dopo che il Comune di Pescara, nonostante l’ok della Questura, ha “negato” l’utilizzo dello spazio già individuato per il flash mob finale di domani, ovvero la Nave di Cascella, perché essendo destinato “dall’Amministrazione comunale per eventi sportivi e manifestazioni di pubblico interesse, il medesimo non può essere concesso”. In alternativa, a poche ore dall’evento già organizzato, è stata concessa l’area della Madonnina, “decisamente meno centrale”, dicono i promotori del Pride, che attaccano: alla Nave di Cascella, l’8 agosto scorso, “il segretario nazionale di un partito ha tenuto lì un comizio politico”. Il riferimento è a Matteo Salvini. “Ci chiediamo, alla luce dei fatti in questione, se questa possa essere definita una decisione politica ostile volta a tenere il Pride fuori dal cuore della città oppure un grave errore di valutazione dell’Amministrazione Comunale”, affermano gli organizzatori del Pride.
“Appena 48 ore prima del Flash Mob finale dell’Abruzzo Pride presso la Nave di Cascella, nel centro di Pescara, ci è arrivata una comunicazione inaspettata da parte del Comune di Pescara. L’ Amministrazione nega all’Abruzzo Pride l’utilizzo dello spazio sopracitato” sottolinea il coordinamento Abruzzo Pride, composto dalle associazioni Arcigay Chieti – Sylvia Rivera, Jonathan – Diritti in movimento, LaFormica Viola e Mazì Pescara. “Nonostante da parte della Questura non fosse stato rilevato alcun problema per l’utilizzo della suddetta area e nonostante le diverse richieste inoltrate già da tempo – aggiungono – a distanza così ravvicinata dall’evento ci viene negato di manifestare il nostro orgoglio nello spazio che per visibilità e centralità abbiamo ritenuto più opportuno per il primo Pride Regionale. Le motivazioni addotte per lo spostamento contrastano sia con una delibera del 2016 (G.C. N. 333) secondo cui è possibile ‘[…] ospitare manifestazioni proposte all’Amministrazione da varie associazioni’ sia con il fatto che nello stesso spazio l’8 agosto 2019 il segretario nazionale di un partito ha lì tenuto un comizio politico”.
“Una manifestazione per i diritti civili non è considerata ‘di pubblico interesse’ per il Comune di Pescara. Una manifestazione alla base della quale vi è l’inalienabile diritto di essere e di autodeterminarsi non è ‘di pubblico interesse’ per il Comune di Pescara. La lotta all’omo-lesbo-bi-transfobia, i diritti delle persone transgender, il diritto ad una sessualità libera e consapevole, il diritto delle persone con disabilità alla propria sessualità e tutte le istanze politiche rivendicate nel nostro documento non sono ‘di pubblico interesse’ per il Comune di Pescara”, attacca il coordinamento. Ricordando di aver “sempre cercato una interlocuzione costruttiva con l’amministrazione” e che “per ben due volte è stato chiesto un incontro al sindaco, Carlo Masci” e precisando che l’affitto del Circolo Aternino, sede degli eventi della Pride Week, “è stato regolarmente pagato senza alcun contributo del Comune”, i promotori affermano che “questa decisione non ferma l’Abruzzo Pride, anzi, rafforza il nostro ruolo di presidio democratico in una città in cui l’amministrazione deve rappresentare l’intera cittadinanza senza alcuna discriminazione”.
La dichiarazione dei consiglieri comunali del centrosinistra di Pescara Marinella Sclocco, Stefania Catalano, Giacomo Cuzzi, Piero Giampietro, Francesco Pagnanelli, Giovanni Di Iacovo e Mirko Frattarelli:
L’8 Agosto 2019 Matteo Salvini, in un comizio organizzato dalla Lega, chiese i “pieni poteri” nell’area antistante la Nave di Cascella.
Oggi Carlo Masci, evidentemente agitato per la grave situazione igienica delle strade della città, assediate da roditori, nega al primo Pride in Abruzzo la piazza della Nave di Cascella a 48h dall’evento.
Per il Sindaco Masci la manifestazione non è di “pubblico interesse” e la piazza “non può essere utilizzata per manifestazioni diverse da quelle che organizza il Comune”.Affermazione che va contro l’evidenza della piazza concessa a Salvini.
Carlo Masci evidentemente vuole cercare di rendere meno visibile una manifestazione cosi importante, perché evidentemente la sua maggioranza bigotta a trazione Lega non ne condivide le motivazioni.
Chiederemo una seduta della Commissione di Controllo e Garanzia sulla vicenda e saremo presenti alla Manifestazione di Sabato pomeriggio con il coordinamento Pride Abruzzo.
Nessuno pensi di svendere la piazza a Salvini e negarla a chi la pensa diversamente da lui.
Sostegno all’Abruzzo Pride da Coalizione Civica per Pescara con i presidenti Stefano Civitarese e Letizia D’Alberto:
Coalizione Civica per Pescara, attraverso il suo Coordinamento politico cittadino, esprime il proprio sostegno e complicità a tutto il movimento dell’Abruzzo Pride, promotori del primo Pride nella regione Abruzzese, i quali si sono visti negare dal Sindaco Masci e dalla giunta comunale appena 48h prima la “Nave di Cascella”, il luogo prescelto per il Flash Mob conclusivo della Pride Week, con la motivazione che l’area in questione è destinata ad ospitare manifestazioni di interesse pubblico.
Da qui sorge spontanea la nostra domanda che rivolgiamo al Sindaco: “Com’è possibile che una manifestazione a tutela dei diritti fondamentali delle persone non sia di “interesse pubblico”?
Si tratta di un palese schiaffo alla Costituzione”.Da oggi in poi invitiamo tutte le persone democratiche a vigilare su quali manifestazioni saranno ritenute dall’amministrazione di “interesse pubblico” e degne di essere ospitate presso la “Nave”.
Come associazione politica, da sempre aperta e plurale riteniamo gravissima la giustificazione con la quale il Sindaco Masci e la sua giunta si siano sbarazzati delle istanze richieste per manifestare a sostegno dei diritti civili da parte del coordinamento Pride abruzzese, diritti ai quali tutte e tutti dovremmo porre attenzione politica, culturale e sociale.
Il rifiuto di concedere tale area è evidente che non riguardi semplici motivi organizzativi, la questura stessa non aveva notificato problemi tecnici organizzativi di alcun tipo all’utilizzo della nave di Cascella.
Seppur l’appuntamento sia stato spostato, per decisione del Comune, nell’area “meno centrale” della Madonnina di Pescara, ci teniamo a rendere noto con orgoglio che noi di Coalizione Civica saremo lì in piazza domani alle ore 18:30 al fianco della comunità LGBT+ e con coloro che sostengono e si adoperano per una società libera da qualsiasi forma di discriminazione e oscurantismo.
La risposta del Comune di Pescara:
Ogni evento che la Città di Pescara ospita è di interesse pubblico, e quindi lo è anche “Abruzzo Pride”, nonostante gli organizzatori tentino di fornire una versione addomesticata dei fatti, quindi sostanzialmente falsa, veicolata con singolari sincronismi di interventi sui media e con inequivocabile matrice politica. Vero è, invece, che gli stessi avevano preannunciato nella mattina di oggi proprio a Palazzo di Città che se le loro richieste non fossero state accolte ad horas, avrebbero provveduto a creare il caso, con polemiche preconfezionate che non hanno ragion d’essere né di essere alimentate.
La verità è verità.
La presunta negazione dello spazio della «Nave di Cascella» non è una discriminazione o tanto meno una penalizzazione come invece si cerca di far credere: la concessione degli spazi della «Madonnina del Porto», quelli sui quali si staglia il «Ponte del Mare» che è uno dei simboli di Pescara, infatti, non è né un ripiego né una marginalizzazione, e sarebbe difficile dimostrare il contrario a chiunque sappia di cosa parla, considerando che lì sono stati ospitati eventi di alto profilo e di grande rilievo, ben più di un semplice flash mob. Proprio questa sede era stata indicata sin dallo scorso anno. Ma la speciosità della polemica è paradossalmente dimostrata proprio dagli stessi organizzatori che l’hanno creata ad arte, in quanto da giorni e a più riprese pubblicizzano sul web l’appuntamento del 27 giugno alla «Madonnina del Porto», che da essi stessi era stato indicato nella mail inviata in data 16 giugno alle ore 15.12 all’assessore Nicoletta Di Nisio, tra le tre in opzione.
È poi strumentale e anche di basso profilo voler a tutti i costi mettere a confronto «Abruzzo Pride» con la richiamata manifestazione dello scorso agosto in cui alla Nave di Cascella non c’era «il segretario nazionale di un partito» che «ha tenuto lì un comizio politico», come si vuol far credere con allusioni di grana grossa, ma il ministro dell’Interno allora in carica, con tutto quanto ciò comporta in termini di ordine pubblico.
Quanto all’atteggiamento dell’amministrazione comunale, che nei fatti è totalmente trasparente, si ricorda agli organizzatori che la stessa è stata presente ufficialmente al vernissage dell’evento, e già questo sarebbe sufficiente a respingere ogni insinuazione. Agli organizzatori va ricordato che proprio nella mattinata odierna hanno avuto modo di interloquire sull’argomento con il sindaco, persino in occasione di una conferenza stampa. Parlare, come fanno oggi, di «politica ostile» e addirittura di «grave errore di valutazione dell’Amministrazione Comunale», più che manifestazione di orgoglio lo è di mala fede. In democrazia siamo tutti uguali, e non si può pretendere di prendere a prestito Orwell per essere «più uguali», millantando un privilegio spacciato per diritto.
Non esiste, quindi, nessun complotto e men che meno una fantomatica discriminazione.
Se poi tutto questo polverone, al di là delle accuse false e inconsistenti, sia servito a creare interesse mediatico sulla manifestazione e a pubblicizzarla, è altra questione.
L’amministrazione comunale augura ad Abruzzo Pride ogni successo e che venga lungamente ricordata per la sua valenza. Ma certamente non per una polemica pretestuosa.