Un’altra udienza importante questa mattina nell’ambito dei processi civili legati all’iter giudiziario del crollo della casa dello studente la notte del terremoto del 6 aprile 2009.
Udienza che arriva dopo la sentenza pilota di un mese fa in cui una ragazza sopravvissuta al crollo della casa dello studente si è vista riconoscere il danno da stress post-traumatico. Sono due i giovani – all’epoca del sisma avevano poco più di 20 anni – per i quali oggi la giudice Monica Croci ha sentito le parti e i due consulenti medici che hanno riconosciuto la presenza della sindrome da stress post traumatico.
Anche loro hanno visto morire i coinquilini sotto le macerie, un evidente danno psicologico che solo parzialmente le successive cure con farmaci e di tipo psicologico hanno alleviato: un danno permanente causato dalla sindrome post traumatica da stress, quantificato dalla legale Wania Della Vigna in 500 mila euro totali. A dover risarcire, se il giudice riconoscerà la presenza della patologia, e per questo si pronuncerà fa 6 mesi, dovranno essere la Regione Abruzzo e l’Adsu (l’Azienda per il diritto allo studio). Che, però, continuano a non pagare il risarcimento dei danni imposto dalla giustizia per le altre due cause.
Saranno ancora diverse le azioni legali intraprese da altri superstiti e che andranno a sentenza nei prossimi mesi.
Sdegno e dolore viene espresso intanto dai familiari delle vittime della casa dello studente, rispetto all’atteggiamento adottato dall’Adsu e dalla Regione , condannate dopo tre gradi di giudizio e dopo una sentenza che ha anche stabilito un risarcimento nel processo civile, per i crolli della casa dello studente, e che non pagano per le due precedenti cause pilota quanto stabilito dalla giudice Croci.
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