Emergenza A14: autotrasportatori pronti a mobilitazione e ad azioni legali per danni

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Emergenza in A14: autotrasportatori pronti alla mobilitazione e ad azioni legali per i danni subiti, ieri incontro nella sede regionale della CNA Abruzzo.

Chiedono di essere convocati e ascoltati in tutti i tavoli nazionali e locali organizzati per affrontare l’emergenza A14 “dove si parla dell’autotrasporto senza ascoltare mai i diretti interessati”. Mantengono alta la mobilitazione della categoria e minacciano l’avvio di azioni legali a tutela dei danni patiti per i forti ritardi nella propria attività, a causa delle interruzioni lungo il tratto abruzzese dell’autostrada.
Incontro, ieri pomeriggio a Pescara, nella sede regionale della CNA Abruzzo, tra i rappresentanti dell’autotrasporto delle imprese aderenti a CNA-Fita Abruzzo (presenti il presidente e il coordinatore Gianluca Carota e William Facchinetti) e Fai-Conftrasporto Abruzzo e Molise (con il segretario interregionale Carlo Antonetti e il vice presidente Camillo Grande). Il vertice, a cui hanno preso parte anche i direttori regionale e di Pescara della CNA, Graziano Di Costanzo e Carmine Salce, è tornato a chiedere il rapido dissequestro del viadotto Cerrano; in questo caso, le due sigle dell’autotrasporto chiedono che vengano programmati urgentemente tutti i lavori necessari per la riapertura della seconda corsia, attualmente vietata al traffico, oltre alla rimozione di eventuali limiti (velocità, distanze minime) che finiscono con il rallentare la circolazione.
Soprattutto, CNA Fita e Fai-Conftrasporto chiedono che si inizi a pianificare il futuro della viabilità adriatica con potenziamenti o nuove realizzazioni di infrastrutture, dato che quelle esistenti non sono più sufficienti per il “sistema Paese”. Le due sigle, inoltre, valutano azioni di protesta coinvolgendo le imprese di autotrasporto e i loro mezzi oltre a possibili azioni legali che prevedano un ristoro economico alle imprese danneggiate dalle interruzioni stradali. In caso di mancata riapertura, infine, promettono di svolgere un’iniziativa pubblica di forte denuncia sull’insostenibilità della situazione, coinvolgendo le confederazioni nazionali e la committenza.