Pescara: Liceo Classico, studenti: “No a settimana corta”

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Manifestazione di una delegazione di genitori, alunni e docenti davanti al Liceo Classico di Pescara per chiedere di fare marcia indietro sulla proposta della settimana corta.

Una delegazione dei genitori, accompagnati dagli studenti, si è presentata davanti al Liceo Classico d’Annunzio di Pescara, per far sentire ancora una volta, la voce di protesta contro l’introduzione della “settimana corta”. Sono state raccolte 330 firme per dire no alla iniziativa che riguarderebbe solo il liceo classico e non quello europeo.

“La componente genitori del Consiglio d’Istituto, eletta con circa 40 voti – precisano i genitori che preferiscono non rilasciare dichiarazioni – ha avanzato inaspettatamente per la totalità dei genitori, la proposta di introduzione della settimana corta convocando, in tempi “lampo”, il Consiglio (a scuola ormai chiusa). Tutto questo nonostante il parere contrario espresso, con un democratico sondaggio, sia dagli alunni che dai genitori pari al 70%. La seduta del Consiglio sarà preceduta da una “riunione-farsa”, convocata con pochissimo preavviso e alle ore 10/11 di un giorno infrasettimanale lavorativo, dove i proponenti esterneranno, a “giochi fatti”, le ragioni delle loro scelte. La deprecata introduzione della settimana corta comporterà l’aumento di carico di lavoro per gli studenti che dovranno svolgere, in tempi “ristretti”, gli ampi programmi ministeriali che rimarranno, ovviamente, invariati. Gli studenti del liceo si troveranno a svolgere l’attività didattica con orari massacranti (anche di 8 ore al giorno), incompatibili con le materie specifiche del classico. Verrà mortificata, quindi, per scelta di pochissimi, la volontà delle famiglie di Pescara e Provincia che hanno creduto e credono ancora nella validità ed efficacia del metodo di studio del liceo classico italiano, unico in Europa, che permette ai ragazzi, futuri cittadini del domani, di affrontare la complessa società contemporanea. Nessuna attenzione, inoltre, agli enormi disagi che la settimana corta provocherà alle numerosissime famiglie di pendolari e allo svolgimento delle attività extra scolastiche. Per non pensare ai numerosi nuovi iscritti che potranno trovare, a settembre, questa “novità” né conosciuta né voluta al momento dell’iscrizione . Si vuole, quindi, “uccidere” la cultura classica e puntare ad un abbassamento della qualità di apprendimento. Il paradosso della questione è che gli studenti, quelli definiti “Bamboccioni”, sono stati i primi a dire no al sabato libero e alla condanna dello loro liceo. I genitori e gli studenti non si fermeranno nella loro battaglia per salvare la loro scuola, arrivando a coinvolgere anche le autorità pubbliche e giudiziarie. All’orizzonte, quindi, oltre che una calda estate, anche un autunno molto caldo”.

Dal canto suo, la dirigente scolastica Donatella D’Amico, precisa che si tratta comunque ancora di una proposta, avanzata, peraltro dai rappresentanti dei genitori, e che l’orario prolungato solo per il liceo classico tradizionale fino alle 13.45, prevede solo il rientro venerdì, fino alle 16.30. La preside si dice favorevole, in generale, all’innovazione della settimana corta : “In Europa è una pratica molto diffusa che sta prendendo piede anche da noi”, ma dichiara che intende “rispettare pienamente la decisione che emergerà dagli incontri tra le parti”, e il consiglio d’istituto che si riunirà il 15 giugno. La settimana corta prevede lezioni che terminano il venerdì anziché il sabato, e interesserebbe il biennio e il triennio del liceo tradizionale ma non il liceo europeo.

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