Materiale inneggiante a uccisione “infedeli”, espulso. Indagato da Dda dell’Aquila, “frequentazioni con soggetti radicalizzati.”
Eseguito oggi un provvedimento di espulsione dall’Italia emesso dal Ministero dell’Interno a carico di un trentenne tunisino. L’uomo è indagato in un procedimento penale della Dda dell’Aquila: i carabinieri del Ros hanno scoperto elementi tali da far ritenere che fosse inserito in un circuito di relazioni con soggetti noti per aver assunto posizioni religiose radicali di impronta jihadista, tanto che era stato trovato in possesso di materiale dai contenuti inneggianti alle uccisioni degli infedeli. Elementi che sono stati ritenuti un minaccia concreta ed effettiva e idonei al suo allontanamento dall’Italia. Il 30enne è stato prelevato alle prime luci dell’alba dalla sua abitazione di San Benedetto del Tronto da personale della Digos di Ascoli Piceno e dai carabinieri del Ros. Dopo le formalità di rito, è stato accompagnato all’aeroporto di Fiumicino da dove è partito alle 16:30 alla volta di Tunisi, scortato da personale della Questura.
Il trentenne tunisino espulso oggi è coinvolto nella stessa inchiesta della Dda dell’Aquila che a settembre ha portato all’arresto dell’imam di Martinsicuro e altre persone, tunisini e italiani, accusati di avere creato fondi neri per oltre un milione di euro, in parte frutto di evasione fiscale con fatturazioni false, per finanziare il trasferimento in Siria dei militanti legati all’organizzazione radicale islamica ‘Al-Nusra’. L’indagine, condotta dai carabinieri del Ros e dai finanzieri del Gico dell’Aquila sotto il coordinamento della Dda, era partita nel 2015 dopo che l’imam aveva espresso posizioni anti occidentali basate sull’incitamento al terrorismo.