Tutto rinviato all’11 aprile. L’udienza preliminare che oggi avrebbe dovuto vedere il sindaco di Chieti Umberto Di Primio davanti al giudice del Tribunale dell’Aquila, al quale consegnare una propria memoria difensiva, slitta di qualche giorno.
Un’udienza di pochi minuti quella di stamattina a porte chiuse, poi la decisione: la procura ha sollevato, infatti, un’eccezione d’incompatibilità del giudice e il rinvio a martedì 11 aprile.
“Eravamo pronti a fare una dichiarazione spontanea per chiarire la posizione e a consegnare una memoria difensiva”, ha commentato Umberto Di Primio all’uscita dall’aula, dicendosi “non tranquillo, ma sereno di avere agito sempre correttamente”.
La vicenda è quella che lo vede indagato insieme ad altre cinque persone nell’ambito dell’inchiesta relativa al centro commerciale “Megalò 3” di Chieti Scalo, un filone parallelo a quello dell’inchiesta “Terre d’oro”, la maxi operazione sul traffico illecito di rifiuti speciali e discarica abusiva della Direzione Distrettuale Antimafia del Capoluogo. nella quale è coinvolto anche l’imprenditore Enzo Perilli. Quest’ultimo sarebbe l’anello di congiunzione con questo ulteriore filone di indagine (appunto sulla realizzazione di Megalò 3). Per il quale i sostituti procuratori Picuti e Mancini hanno chiesto il rinvio a giudizio, a vario titolo, anche del sindaco di Chieti Umberto Di Primio. Secondo le accuse, il sindaco avrebbe ricevuto dagli imprenditori promesse di contributi per la campagna elettorale e copertura dei debiti in cambio dei permessi al progetto.