Ombrina: il popolo ambientalista si mobilita per il prossimo 9 novembre e scrive una lettera al Mise: “Fermate la conferenza dei servizi e si rispetti la legge.”
I responsabili nazionali WWF, Legambiente, Greepeace, Marevivo, Touring Club, Pro Natura, Fai e Italia Nostra scrivono al MISE, il Ministero per lo Sviluppo Economico e chiedono lo stop della conferenza dei servizi di lunedì prossimo, 9 novembre, che a Roma potrebbe dare il via libera a Ombrina, a largo della costa teatina. Per bocca di Luciano Di Tizio, presidente WWF Abruzzo e Giuseppe Di Marco, presidente Legambiente Abruzzo, le otto associazioni ambientaliste spiegano il contenuto della missiva. Si fa riferimento, in particolare, alla legge approvata all’unanimità dal Consiglio Regionale dell’Abruzzo, che vieta le introspezioni in mare entro le 12 miglia.
“Si chiede l’annullamento della Conferenza dei Servizi, – spiegano gli ambientalisti – convocata assurdamente per lunedì, in dispregio di una legge regionale in vigore che vieta le introspezioni in mare. E sulla base di considerazioni giuridiche articolate, ribadiamo come l’unico parametro di legittimità delle leggi regionali è costituito dalla Costituzione e non è dato a nessuno, tranne che alla Corte Costituzionale, pronunciarsi sulla legittimità delle leggi. Fino a quando la Corte Costituzionale, se sarà chiamata a farlo, non si pronuncerà in senso negativo sulla legittimità di questa legge, la stessa deve trovare piena applicazione”.
Il WWF ha già presentato ricorso al Tar Lazio contro Ombrina. Per lunedì prossimo, a Roma, è previsto un nuovo presidio dall’Abruzzo che tornerà a gridare a gran voce, il no a Ombrina Mare.