Inaugurata all’ospedale di Ortona la Clinica Dermatologica. Presentato il Body Scanner, un apparecchio all’avanguardia per prevenire i melanomi.
“Questo non è un piccolo ambulatorio destinato a fare piccole cose. Abbiamo dotazione tecnologica e professionalità per assicurare prestazioni di primo livello e aggiungere qualità a questo ospedale”, sono le parole di esordio di Paolo Amerio, Direttore della Clinica Dermatologica inaugurata questa mattina a Ortona. Folto il parterre di operatori e autorità: il direttore generale della Asl della provincia di Chieti, Pasquale Flacco, l’assessore regionale alla Programmazione sanitaria, Silvio Paolucci, il vice presidente del Consiglio regionale Lucrezio Paolini, il consigliere regionale Camillo D’Alessandro, il vice sindaco di Ortona, Vincenzo Polidori, Chiara Zappalorto in rappresentanza della Provincia di Chieti, il comandante dei Nas, Domenico Candelli, il presidente della Scuola di Medicina dell’Università di Chieti, Sebastiano Miscia.
La nuova unità operativa è già pienamente attiva da qualche settimana ed è ubicata nell’area dell’ex Pediatria, interamente ristrutturata e resa funzionale alle esigenze della Clinica Dermatologica, che produce grandi numeri: nel 2016 sono state 32mila le prestazioni ambulatoriali, di cui 252 ricoveri, 10mila trattamenti di fototerapia, 8.900 epiluminescenze, 800 visite per psoriasi, 1.200 epiteliomi asportati. Ma la parte del leone la fanno le attrezzature che pongono Ortona all’avanguardia, sia per la tipologia sia per il livello di tecnologia espresso, a partire dal Totalbody scanning, esclusiva assoluta per l’Abruzzo, impiegato per la rilevazione digitale dell’insorgenza di nuovi nei su tutto il corpo. Accanto a questo, due postazioni per epiluminescenza digitale, una postazione per capillaroscopia (esame che visualizza capillari per la diagnosi delle malattie del connettivo), un apparecchio per la terapia fotodinamica (impiegata per la distruzione delle lesioni tumorali superficiali e per il trattamento delle patologie infiammatorie), un apparecchio di ultima generazione per la eletreochemioporazione (tecnica che permette la distruzione di lesioni tumorali cutanee favorendo la penetrazione intracellulare di un farmaco chemioterapico attraverso la somministrazione di impulsi elettrici).
“Sfatiamo l’idea errata e diffusa che questo Centro tratti solo i tumori, così come tutto l’ospedale di Ortona – ha tenuto a precisare Flacco -. Quello che sicuramente trovano qui i pazienti sono prestazioni di altissima specializzazione per problemi di varia natura e, ovviamente, anche quelle a prognosi più infausta. Vale per la Dermatologia come per altre unità operative. Guardando al futuro, il prossimo impegno riguarda l’attivazione di posti letto di riabilitazione ospedaliera, riferita a tutte le discipline.”
Si è detto soddisfatto del modello Ortona l’assessore Paolucci:
“Il tavolo interministeriale aveva richiesto la trasformazione di questo ospedale in Rsa – ha ricordato -. Siamo riusciti, invece, a costruire qui un percorso di assistenza fatto di specializzazioni che rappresenta anche un investimento solido e strutturale per il futuro, una garanzia di lunga vita alimentata dai numeri e dalla qualità. E’ questa la realtà dei fatti, l’unica a cui si deve fare riferimento quando di parla del Bernabeo che, in diverse circostanze, invece è stato fatto oggetto di informazione scorretta e soprattutto non rispondente al vero. Andiamo avanti con il progetto della riabilitazione, della piastra endoscopica e con la possibilità di prendere in carico direttamente i pazienti anziani attraverso la Lungodegenza, evitando loro trasferimenti in altri ospedali”.
Tornando alla Clinica Dermatologica, la maggior parte delle prestazioni rese riguardano psoriasi, psoriasi artropatica, pemfigoide, sclerodermia sistemica e cutanea diffusa, connettivite, dermatomiosite, connettivite, dermatite atopica e idrosadenite suppurativa. Parte significativa dell’attività, inoltre, è espressa dal Centro Melanomi, che lo scorso anno ha trattato 180 casi, numeri importanti e in crescita che testimoniano come l’elevata specializzazione consenta di offrire anche in Abruzzo risposte adeguate a patologie gravi. La migrazione sanitaria si può evitare, attraverso scelte come quelle compiute proprio a Ortona.
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