Stasera alle 22.00 su Rete8 una nuova puntata de Il Lato Positivo, luoghi, persone ed eccellenze d’Abruzzo. Dalle sponde del fiume Verde agli antichi lanifici del territorio teatino.
Un viaggio lungo le sponde del fiume Verde per raccontare l’antica storia delle gualchiere e il forte legame del territorio di Fara San Martino e dintorni con la lavorazione della lana. Le gualchiere erano degli opifici attivi in epoca preindustriale, ma il termine indicava anche il macchinario utilizzato per la lavorazione della lana, il “follone”, una sorta di grande martello azionato dalle ruote alimentata dal flusso dell’acqua. Con questo sistema venivano realizzati i pannilana e le cosiddette tarantine, delle sorte di cappe indossate dai soldati fino ai primi del Novecento, per tenersi al caldo e ripararsi dalla pioggia. Grazie a questa particolare lavorazione della lana, che veniva battuta e trattata fino all’infeltrimento, la tarantine rappresentano un tessuto idrorepellente ante litteram.
Nella puntata de Il Lato Positivo in onda questa sera, venerdì 5 aprile, alle ore 22.00, la troupe di Rete8 porterà i telespettatori all’interno di alcune antiche gualchiere, come la Orsatti di Fara San Martino, e ripercorrerà la storia della lavorazione della lana attraverso il racconto di chi meglio la conosce.
Il programma, dal titolo “Il fiume racconta”, è stato realizzato in tre location: a Fara San Martino, all’interno del museo dedicato alla attività legate alla storia del fiume Verde; nello storico lanificio Merlino di Taranta Peligna, che esporta nel mondo la tipica coperta abruzzese; nella vecchia gualchiera di Palena, attualmente oggetto di recupero da parte dell’amministrazione comunale.
L’acqua del fiume Verde è stata la grande ricchezza energetica della comunità, con le sue rapide veloci e le sue cascate fragorose e potenti. Le gualchiere esistevano e si muovevano proprio grazie allo straordinario impeto fluviale che produceva l’energia utilizzata per diverse lavorazioni.
Il ruolo chiave dell’acqua è testimoniato dalle attività produttive di Fara San Martino, oggi nota soprattutto per la pasta, ma già dal 1770 ancorata alla pastorizia e alla lavorazione della lana. Nei lanifici storici dell’epoca, la lana veniva lavorata per creare tessuti e coperte decorati con disegni floreali e figure che rimandano all’arte figurativa longobarda. Qui era diffusa soprattutto la fabbricazione dei pannilana, realizzati in nove piccole ma importanti fabbriche attive a Fara nel 1900.
Il Lato Positivo (#ilp) è anche su YouTube: