Rifiuti, il Forum H20 all’attacco: “Con inceneritori regalo a lobby nord. In Abruzzo è allarme rosso, in Piano Nazionale obbligo incenerimento per Regioni.”
Il Forum H2O interviene in merito al Piano nazionale che impone alle regioni l’incenerimento di 121 mila tonnellate di rifiuti: “Dal Governo Renzi ecco l’ennesimo regalo alle lobby del nord”.
“C’è bisogno di una risposta urgente – ha spiegato oggi Augusto De Sanctis, referente nazionale, in una conferenza stampa – perchè con lo Sblocca Italia si obbliga le regioni ad accettare la pianificazione nazionale ripartita in quote locali, e con questo sistema salta la politica del riciclo e della diminuzione dei rifiuti”. Nel Piano Nazionale redatto dal Ministero dell’Ambiente, spiegano il Forum e gli ambientalisti, si fa riferimento espressamente ad “una programmazione di massima a carattere nazionale, sovraordinata rispetto agli strumenti di pianificazione regionale”. Le regioni, come l’Abruzzo o le altre non potranno opporsi alla costruzione di inceneritori, che, guarda caso, verranno realizzati da ditte come Hera, Iren, Acea, A2A o Gruppo Marcegaglia, il tutto in barba alle volontà già espresse dalle comunità locali di procedere verso il riciclo e la diminuzione della produzione di rifiuti: se una quota da bruciare diventa obbligatoria, non potrà essere riciclata. E’ l’ennesima schifezza del Governo”. Il Piano parla di programma “espressamente indirizzato a orientare le pianificazioni di livello regionale direttamente interessate, le quali dovranno provvedere alla localizzazione sul territorio delle nuove infrastrutture”, “anche – spiega De Sanctis – quando le Regioni in precedenza si siano dichiarate contrarie alla costruzione di inceneritori come ha già fatto l’Abruzzo. E non potrà opporsi. Per capire l’impatto di una scelta sciagurata del genere basta prendere il 1,8 mln di tonnellate previste per gli inceneritori e moltiplicare le emissioni nocive”.
Di seguito riportiamo il comunicato del Forum e delle altre associazioni ambientaliste
“Inceneritore in Abruzzo: è allarme rosso, arriva l’imposizione da Roma!” è l’allarme lanciato oggi da Nuovo Senso Civico, Pescara PuntoZero, Comitato No Inceneritore Val di Sangro, Zona22-S.Vito Chietino, Collettivo UallòUallà e Forum Abruzzese dei Movimenti per l’Acqua a seguito della pubblicazione da parte del Ministero dell’Ambiente del Rapporto Preliminare Ambientale relativo al Programma nazionale di impianti di incenerimento per rifiuti urbani ed assimilati da approvare attraverso un Decreto attuativo previsto dall’Art.35 del famigerato decreto Sblocca Italia.
Ricordiamo che la bozza di Decreto approvata dalla Conferenza Stato – Regioni ai primi di febbraio 2016 assegna all’Abruzzo una quota di incenerimento pari a 121.000 tonnellate di rifiuti.
La Regione Abruzzo ha affermato che il redigendo Piano regionale dei rifiuti scongiurerà il ricorso all’incenerimento. Purtroppo il documento del Ministero dell’Ambiente non pare lasciare alcuna speranza in tal senso. In più punti si chiarisce, nero su bianco, che il Piano nazionale sarà sovraordinato ai Piani regionali esistenti e a quelli in fase di redazione, che dovranno dovranno adeguarsi al quadro tracciato (leggasi: imposto) dal Governo nazionale. Resterà alle regioni la localizzazione e l’iter amministrativo per la costruzione degli impianti che sulla base del Decreto assumeranno la classificazione di “infrastrutture e insediamenti strategici di preminente interesse nazionale”.
Qui tre dei diversi passaggi inequivocabili del documento ministeriale
Tra l’altro facciamo notare che l’Abruzzo è attualmente al 46% di raccolta differenziata con l’obiettivo nei prossimi anni di arrivare al 65% previsto dalla legge. Ebbene la quota di 121.000 tonnellate di rifiuti da incenerire è stata determinata dal Ministero sulla base dell’obiettivo di differenziata, per cui anche se si raggiungesse domattina il 65%, la quota da incenerire sarebbe comunque quella individuata dal Ministero.
Il Governo regionale ha parlato di possibili accordi interregionali per bruciare i rifiuti abruzzesi in altre regioni. Noi siamo contro l’incenerimento ovunque e siamo solidali con i comitati molisani. Per questo stiamo promuovendo la raccolta di firme che partirà il 9 e 10 aprile per i Referendum sociali con un quesito contro gli inceneritori e l’Art.35 del Decreto Sblocca Italia. In ogni caso, a fronte dei reiterati chiarimenti circa il dovere delle regioni di far costruire gli impianti di incenerimento previsti a scala regionale, in un solo punto il Documento richiama la possibilità di stringere accordi di incenerimento interregionali. Basta però esaminare la tabella del Rapporto ministeriale con le quote da incenerire per regione e per macroarea per scoprire, come avevamo già detto due mesi fa, che l’impianto di Pozzilli (Isernia) ha una capacità autorizzata di “sole” 93.500 tonnellate di cui 35.428 già impegnate a regime dalla quota molisana (anche in questo caso calcolata dando per scontato il raggiungimento dell’obiettivo del 65% di differenziata…il Molise oggi è al 22,3%, quindi con molti più rifiuti da gestire!). Quindi, ammesso e non concesso che le due regioni raggiungano l’obiettivo di differenziata del 65% già domattina, l’impianto di Pozzilli potrebbe accogliere solo 58.072 tonnellate dall’Abruzzo. Ne rimarrebbero comunque altre 62.928 da piazzare.
Tutto ciò nel “migliore” dei casi ma in realtà in tutta la macroregione “sud” il Ministero fissa un fabbisogno di incenerimento delle varie regioni di ben 488.000 tonnellate per cui è lecito pensare che una minima parte della capacità dell’impianto di Isernia potrà andare a coprire il supposto fabbisogno abruzzese.
E’ indispensabile una durissima presa di posizione su questo documento ministeriale della Regione Abruzzo e di tutti gli enti individuati in Abruzzo come Autorità con Competenze Ambientali da parte del Ministero (Regione, Parchi nazionali ecc.).
La Regione ritiri il parere positivo dato in conferenza Stato-regioni e si prepari ad un’aspra lotta giudiziaria nei confronti di un Governo che vuole solo premiare le lobby delle multi-utility. Inoltre presenti subito un parere sul Rapporto preliminare ambientale predisposto dal Ministero in cui si chieda l’esecuzione della Valutazione Ambientale Strategica completa, con la fase aperta alle osservazioni dei cittadini.
Infatti il Ministero dell’Ambiente (sic!) sostiene che non è possibile procedere a valutare gli effetti ambientali del Piano essendo questa una fase programmatica, sottraendosi così al confronto con cittadini ed associazioni obbligatorio per la fase completa. Ma la Valutazione Ambientale Strategica si fa proprio sui programmi e soprattutto su quelli che comportano la costruzione di oltre dieci nuovi impianti per incenerire quasi 2 milioni di tonnellate di rifiuti in più nel paese!
L’auspicio ministeriale di escludere il programma dalla VAS completa è letteralmente patetico da un punto di vista tecnico, considerato che basterebbe prendere in considerazione le emissioni (di polveri, diossine, metalli pesanti, idrocarburi policiclici aromatici ecc.) per tonnellata di rifiuti incenerita in un impianto italiano e moltiplicarlo per le quantità di rifiuti che il Ministero vorrebbe far incenerire per avere un dato certo di inquinamento da cui partire per valutare gli effetti sull’ambiente di questo programma mortifero.
Il tutto in un paese che per settimane quest’inverno si è bloccato a causa delle polveri sottili e che è sotto procedura d’infrazione proprio perché già ora non rispetta gli standard ambientali per la qualità dell’aria, con conseguenze catastrofiche dal punto di vista della salute dei cittadini e morti a decine di migliaia.
Ai cittadini chiediamo massimo impegno per scongiurare quest’ennesimo affronto alla comunità abruzzese. Domenica prossima 10 aprile a Lanciano alle ore 09:30 si scenderà di nuovo in piazza contro gli inceneritori che si vogliono realizzare in Abruzzo e contro questo piano del Governo. Ricordiamo che in Val di Sangro si vuole realizzare un impianto di gassificazione dei rifiuti. Inoltre forti preoccupazioni riguardano anche l’impianto Powercrop visto che anche l’inceneritore di Isernia era nato come impianto a biomassa ed è stato poi trasformato in impianto per incenerimento di rifiuti.”