Il gup del Tribunale di Bari, Giovanni Abbattista, ha condannato a pene comprese tra i 18 anni e i 2 anni e 10 mesi di reclusione sette presunti narcotrafficanti foggiani che avevano le loro basi logistiche a Vieste, Foggia e Manfredonia, con articolazioni territoriali in Abruzzo.
I fatti contestati risalgono agli anni 2017-2018. La sentenza è stata emessa al termine di un processo celebrato con il rito abbreviato. A capo della presunta associazione per delinquere c’erano, stando alle indagini del pm della Dda di Bari Ettore Cardinali, i pregiudicati Luciano De Filippo, Claudio Iannoli e Gaetano Renegaldo, condannati rispettivamente a 18 anni, a 17 anni e 10 mesi e a 9 anni di reclusione, vicini ad organizzazioni mafiose garganiche. Sarebbero stati loro a mantenere i contatti con i fornitori di cocaina e a contrattare prezzi e modalità di trasporto e vendita al dettaglio. Il pregiudicato Alessandro Mastrorazio, condannato a 9 anni di reclusione, era il factotum di De Filippo, incaricato prevalentemente di tenere i contatti con i sodali in Puglia e in Abruzzo e di provvedere al trasporto della droga. Nell’organizzazione criminale c’era anche una donna, Wanda Campaniello, compagna di De Filippo, condannata alla pena di 5 anni e 2 mesi di reclusione, incaricata di consegnare lo stupefacente ai pusher. L’inchiesta, delegata alla Polizia e partita dopo alcuni delitti di sangue avvenuti nell’estate 2017 a Vieste e San Marco in Lamis, tra i quali il quadruplice omicidio ai danni del boss Mario Luciano Romito, nel quale morirono due agricoltori innocenti, ha portato nell’aprile 2019 all’arresto di dieci persone.