Angelo Radica, ospite del direttore di Rete8 Carmine Perantuono nella rubrica di approfondimento il Fatto fa chiarezza sul vino senza alcol che è legge: “Per i produttori e le Città del Vino una opportunità ma chiamatela bevanda a base di uva”
Il vino senza alcol oppure vino dealcolato è legge. Le Città del Vino che in Abruzzo sono rappresentate da 31 Comuni e in Italia da 520 nonché i produttori, vedono in questa iniziativa una opportunità. Angelo Radica, presidente Associazione Città del Vino e sindaco di Tollo ne spiega i motivi: uno, perché c’è stato un decremento del consumo di vino e due anche per l’irrigidimento delle norme del Codice della Strada tanto che, ad esempio, a Capodanno i ristoratori hanno precisato che c’è stato un contenimento del consumo del nettare di Bacco del 50%. Per questo bisogna ingegnarsi per conquistare altri mercati, magari lì dove l’alcol è vietato oppure per venire incontro alle “non sempre corrette regole salutiste”. In sostanza il presidente delle Città del Vino sottolinea che un bicchiere in compagnia e durante una cena non ha mai fatto male a nessuno, l’importante è il buon senso e un consumo modico della sostanza. Ma le imprese “nostrane” sono preparate alla produzione di questa bevanda? “Il processo di dealcolazione è complesso – spiega Radica – anche alla luce delle direttive ferree del Ministero, un processo delicato che non esclude la presenza di una minima percentuale di alcol. Inoltre la produzione di questa deve avvenire assolutamente lontano dalle produzioni di vino per così dire ortodosse. L’invito alle aziende è quello di investire, “poiché si tratta di una opportunità ma l’informazione deve essere corretta e chiara: non chiamatelo vino ma bevanda a base di uva”.
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