“Per me quella di oggi è una giornata come le altre, sono in aula a votare”. Continua la sua vita di sempre la senatrice del Partito democratico Stefania Pezzopane, all’indomani della diffusione della notizia che c’è anche lei tra i nomi emersi dall’inchiesta avviata dalla Procura della Repubblica di Avezzano.
Inchiesta trasferita a quella dell’Aquila l’11 aprile scorso su un giro di appalti in alcuni Comuni della Marsica, in cui anche la senatrice Dem è coinvolta per un possibile caso di finanziamento illecito ai partiti.
Un’inchiesta destinata a dare un duro colpo al partito democratico proprio a poche settimane dal voto per le amministrative, che all’Aquila, capoluogo di regione colpito dal terremoto, sono molto sentite e vedono in campo un grande dispiegamento di candidati sindaci e consiglieri, con il Pd a fare la parte del leone. Circostanza che fa infatti dire alla senatrice, intervistata dalla stampa locale, di essere intenzionata a fare partire immediatamente una denuncia per calunnia, perché “si tratta di un fatto del 2010 – dice – denunciato nel 2015 e uscito nel 2017 in piena campagna elettorale”.
L’inchiesta che ora coinvolge anche la Pezzopane – parlamentare dal 2013, in passato assessore e presidente del Consiglio al Comune dell’Aquila, presidente della Provincia dell’Aquila, assessore e vicepresidente del Consiglio regionale e oggi anche componente della segreteria nazionale del Pd dopo le primarie che hanno riconfermato Matteo Renzi segretario – muove da una presunta associazione per delinquere. Della quale farebbero parte anche il sindaco di Cerchio Gianfranco Tedeschi, e altre persone, tra cui Angelo Capogna, l’imprenditore che si occupa di illuminazione pubblica e che l’ha accusata nel corso di due interrogatori in relazione a una campagna elettorale degli anni scorsi. Tanti altri gli indagati per diversi reati, fra cui dirigenti ed ex assessori del Comune di Avezzano, di Celano, di Trasacco, di Ortucchio e di Castellafiume.
Proprio Capogna ha raccontato agli investigatori di aver pagato tangenti e dato regalie. In ballo, secondo l’accusa dei sostituti procuratori Maurizio Maria Cerrato e Roberto Savelli, ci sarebbero appalti che vanno dai 60mila euro di Celano, fino a quelli di quasi 600mila euro ad Avezzano. La Pezzopane sarebbe indagata per avere violato la legge numero 195 del 1974 che regola il finanziamento ai partiti. Nella deposizione agli investigatori della Squadra mobile, l’imprenditore Capogna ha parlato di due consegne di denaro, entrambe di 5mila euro, alla senatrice in persona, avvenute durante le elezioni alla Provincia dell’Aquila del 2010, quando la senatrice ricopriva la carica di presidente dell’ente. La prima somma, sarebbe stata consegnata all’interno della sede elettorale, la seconda negli uffici-container del post-sisma 2009. Le presunte mazzette, però, non avrebbero sortito l’effetto sperato. Si difende la Pezzopane: “La campagna elettorale fu regolarmente condotta, secondo le regole e secondo le norme – dice – attraverso la figura del tesoriere. Tutto il resto non lo ricordo e non so nemmeno che faccia abbia questo Capogna”.
“Sono totalmente estranea ai contenuti delle dichiarazioni – spiega la senatrice in un comunicato affidato all’Ufficio stampa del gruppo Pd del Senato – che, secondo quanto riportano agenzie di stampa e giornali, l’imprenditore Angelo Capogna avrebbe rilasciato agli inquirenti. Ho saputo dai giornalisti di essere indagata, per esserne stata edotta dai medesimi, pur non avendo ricevuto alcun necessario avviso di garanzia. Ne discende come io ne sia completamente all’oscuro. Per quanto ovvio, non posso che smentire quanto avrebbe detto tal Angelo Capogna ai Magistrati, circostanze che apprendo solo oggi sulla stampa. Confido come sempre nella magistratura, che sono certa farà luce su questa oscura vicenda e arriverà alle giuste conclusioni. Ho già informato i miei legali per procedere ad una querela nei confronti dell’imprenditore e di chi afferma falsità su di me. Sempre secondo quanto emerso sulla stampa, Angelo Capogna ha già denunciato, negli anni passati, molti politici abruzzesi e per questo si è meritato l’appellativo di ‘gola profonda’. Le accuse che avrebbe ipotizzato nei miei confronti risalgono a fatti e circostanze avvenuti nel lontano anno 2010 (oltre 7 anni fa), ma mai citati precedentemente. Opportuno rilevare come tali ipotetiche circostanze emergano proprio ora, in piena campagna elettorale per le amministrative di giugno all’Aquila ed Avezzano. Corre l’obbligo rilevare come questa tempistica insospettisca non poco su un uso strumentale di accuse per me totalmente infondate e non rispondenti assolutamente a verità. Ad ogni modo – conclude Pezzopane – tutelerò la mia persona da questa macchina del fango agitata ad arte e mi confortano i tanti messaggi di solidarietà che ho già ricevuto”.
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