“La nuova strada Roccaraso-Scanno-Ortona dei Marsi, proposta dalla DMC Alto Sangro ed UNCEM Abruzzo, rappresenta una proposta estemporanea e disomogenea rispetto ai reali bisogni del territorio, oltre a non costituire una reale alternativa alla rete viaria esistente ed avere un potenziale di impatto ambientale devastante”.
E’ quanto si legge in una nota a firma del Segr. Reg.le di “Ambiente e/è Vita Abruzzo Onlus Patrizio Schiazza il quale aggiunge:
“Nel leggere la bozza, perché tale è e speriamo che tale rimanga, della nuova arteria di collegamento Roccaraso-Ortona dei Marsi, la prima preoccupante sensazione è che ancora una volta , nell’elaborazione di idee volte a migliorare la competitività degli areali interessati, non si dia corso a calibrata programmazione, ma ad una eccessivamente superficiale analisi dei “bisogni” priva dell’occorrente parametrizzazione con le esigenze dei comprensori e distante anni luce dall’aver una qualche coerenza con le vocazioni dei perimetri interessati dall’attuazione della misura avanzata.La seconda sensazione è che la richiesta di finanziamento e l’eventuale allocazione di risorse disponibili per la realizzazione della strada non derivi da una stima dei costi e da una selezione di progetto in base al rendimento atteso in termini di risultato e di beneficio (a margine di qualificata valutazione), ma unicamente da una richiesta estemporanea di vincolo di spesa, da una partecipazione all’attribuzione di un finanziamento nel quadro di una distribuzione di risorse eventualmente disponibili.
La terza preoccupazione è invece rintracciabile, e se vogliamo è l’inquietudine di maggior peso, nel fatto che l’intervento elaborato non rientri in un piano di sviluppo armonico, ma al contrario che non abbia alcuna uniformità con le strategie di sostenibilità competitiva che il territorio in parola faticosamente sta cercando di attuare. Si tratta, rispetto a quest’ultima sensazione, di una questione cruciale perché la concretezza e la chiarezza di “visione” sono le uniche due leve in grado di smuovere la gestazione ed attuazione di investimenti pubblici con fondi di derivazione europea ( PNRR e Programmazione Comunitaria 21021/2027) che siano capaci, altresì, di stimolare investimenti privati che necessitano, per implementare il rendimento, di un quadro di riferimento chiaro.In ultimo l’idea sembra non rispondere a nessuno dei requisiti di valutazione richiesti dalla Commissione Europea per il PNRR e, più in generale nei Regolamenti dei fondi comunitari, ovvero : Pertinenza, Efficacia , Efficienza e Coerenza. A margine, quindi, di quanto esposto non si può che rimanere basiti di fronte ad una proposta che, nella sua semplice evidenziazione, denuncia una tale carenza di elementi “strutturali” da rendere impossibile una qualsivoglia analisi nel merito.
Risulta necessario, ad converso, che le Istituzioni, le categorie sociali ed i corpi intermedi identifichino congiuntamente una via per uno sviluppo che generi sostenibilità competitiva e di prossimità e che dia forza ad una transizione verde attraverso una valutazione ex ante dei risultati attesi per mezzo della codificazione di obbiettivi strategici con una misurazione prodromica della natura degli interventi, il tipo, la dimensione ,i destinatari e la tempistica.In tal senso i territori interessati dalla proposta progettuale hanno già una loro “identità” che può costituire una buona base di partenza progettale: rappresentano, infatti, aree di attrazione culturale e/o naturale di rilevanza strategica tale da consolidare e promuovere processi di sviluppo.Si tratta, quindi, per favore un’ implementazione degli indici di crescita socio economici ed ambientali, di superare una visione frammentata degli interventi con l’obiettivo di migliorare, attraverso la valorizzazione sistemica e integrata di risorse e competenze territoriali, una strategia condivisa ed omogenea. Solo in questa prospettiva olistica, potranno sostenersi modelli di gestione sostenibili ed integrati e indurre la creazione di servizi e/o sistemi innovativi di fruizione delle risorse nonché attività formative indispensabili per elevare le competenze e la qualificazione del capitale umano.
Occorrerà ragionare, quindi, in un’ottica di sistema e definire una strategia coerente con il principio di “specializzazione intelligenti” per migliorare la competitività e la capacità di attrazione delle destinazioni turistiche, promuovendo modelli reticolari di gestione della destinazione. Capitale Naturale e Capitale Umano quali elementi centrali di un programma pluriennale articolato in progetti aggregati (pubblico-privati) idonei a favorire sistemi di sviluppo su scala locale. L’idea può essere quella di una mobilità sostenibile, dell’integrazione fra la tutela della biodiversità e servizi ecosistemici ( con relativa patrimonializzazione), di una gestione forestale calibrata sul modello del recente TUFF, dell’utilizzo dei fondi PAF per l’attuazione dei piani di gestione dei SIC/ZSC, delle procedure negoziate ambientali ( es: contratti di Fiume), di migliorare le arterie di collegamento ( es:la S.R.479 ) con messa in sicurezza e parcheggi di scambio, promuovere la fiscalità di vantaggio per le aree ricadenti in aree protette, stimolare la definizione di scenari per la mitigazione della vulnerabilità delle risorse idriche ( anche depurazioni) e di contenimento e risoluzione da dissesto idrogeologico e di implementazione della resilienza comprensoriale ( la Decisione del Consiglio Europeo del 17/21 luglio 2020, poi attuata prevede che il 30% della spesa totale a titolo del QFP e di Next Generation EU vada a sostegno di progetti per il clima).
Questo in linea generale, se poi si volgesse lo sguardo al devastante impatto ambientale non vi sarebbe nulla da aggiungere a quanto evidenziato da altre associazione ambientaliste. E sebbene Ambiente e/è Vita Abruzzo non abbia quell’approccio talebano / ( tipica espressione di chi non sposa il confronto, ma si rifugia nelle proprie convinzioni) e che non soffra come noto della sindrome Nimby, l’idea non può essere che considerata irricevibile. Ambiente e/è Vita Abruzzo pensa che il futuro di questi territori sia indissolubilmente legato a ciò che rappresenta: un valore paesaggistico identitario di eccellenza, un patrimonio di biodiversità di valore mondiale, un insieme di tradizioni culturali e storiche di assoluta qualità. Il Turismo Natura è cresciuto in questi anni sopratutto per questo e per la presenza , eccezionale, di mamma orsa con quattro cuccioli. Ed allora si alzi il tiro, si crei un cluster, non si abbia paura di regolamentare la fruizione, si qualifichi l’offerta, si strutturino infrastrutture materiali ed immateriali in grado di garantire un’eccellente erogazione dei servizi e si genererà una value chain.Della strada così ci si dimenticherà presto. L’occasione offerta dalla possibilità di riformare l’idea di comprensorio e di programmare interventi progettuali ed amministrativi in effrazione rispetto al passato, ed in grado di invertire la decrescita infelice, ci sono tutti. Altrimenti l’opportunità del PNRR e della Programmazione Comunitaria 2021/2027 sarà un’altra possibilità persa e ci si ritroverà ad inseguire un “si” politico per qualcosa che non può essere fatto.