La Cgil denuncia il clima di incertezza in Abruzzo sul fronte lavorativo. Per il segretario regionale, Del Fattore, “Cresce solo l’occupazione a termine”. Il 21,7% della popolazione è a rischio povertà.
“L’Abruzzo vive una condizione di incertezza e insicurezza, frutto di un’occupazione di bassa qualità. Se i segnali portano a pensare che vi sia una ripresa del mercato del lavoro, analizzandoli attentamente si capisce che aumentano i contratti a termine, mentre calano quelli a tempo indeterminato”. Lo afferma, a proposito dei dati Istat, il segretario generale della Cgil Abruzzo, Sandro Del Fattore, sottolineando che “bisogna leggere con attenzione i dati sul lavoro, evitando di mettere in evidenza solo ciò che fa più comodo. Analizzando i dati, rileviamo qualche aspetto che dovrebbe far preoccupare l’assessore Silvio Paolucci e la giunta regionale nel complesso. Basta leggere tutto il comunicato dell’Istat per capire che l’occupazione che si crea nel primo trimestre 2018 è prevalentemente occupazione a termine. Aumentano sensibilmente i contratti a termine e calano quelli a tempo indeterminato”.
Del Fattore cita poi una serie di dati che delineano il delicato quadro abruzzese. “Secondo quelli dell’osservatorio sul precariato dell’Inps, i contratti a tempo indeterminato calano del 13,7%. Da una ricerca del Cresa, inoltre, si evince che il 21,7% della popolazione abruzzese è a rischio povertà, l’11,1% è in una situazione di deprivazione materiale e il 21,3% ritiene di avere difficoltà economiche. L’Abruzzo, inoltre, sempre secondo l’Istat, è agli ultimi posti per la dinamica di spesa familiare. Tutti questi dati dimostrano che si vive una situazione di estrema insicurezza e incertezza e non è un caso che il lavoro a termine produca proprio tali effetti”, conclude Del Fattore.