Bussi, l’acqua avvelenata finirà in tavola? “L’acqua del fiume Pescara arriverà sulle tavole dei pescaresi e dei chietini? Cosa si cela dietro ai movimenti attorno al potabilizzatore di Chieti scalo? A volte ci chiediamo se l’arsenico e il mercurio presenti nel fiume Pescara possano essere anche la causa di quello che appare essere un comportamento totalmente schizofrenico degli enti pubblici”. Lo afferma il Forum abruzzese dei movimenti per l’acqua, sottolineando che, dopo la riunione per la potabilizzazione del fiume Pescara, “la confusione regna sovrana” e, forse, “volutamente”.
“Da un lato – dicono gli ambientalisti – fare ammuina conviene per evitare di ammettere quello che ormai è evidente a tutti: i progetti faraonici del passato sono paragonabili ai balli sul Titanic prima dell’impatto. Si è giocato con decine di milioni di euro di fondi pubblici e oggi non si sa che fare per cui è meglio andare avanti come se nulla fosse. Dall’altro non vorremmo però che dietro alle riunioni e agli annunci confusionari si nasconda un disegno a nostro avviso ben più pericoloso”. Secondo il Forum “è deprimente che il sindaco di Chieti Di Primio diserti la riunione convocata dal Ministero dell’Ambiente sulla situazione catastrofica del Fiume Pescara e invece trovi il tempo non solo per presiedere alla riunione sul potabilizzatore, ma anche per rilasciare dichiarazioni che a prima vista appaiono poco o per nulla informate sulla possibilità o meno di potabilizzare quell’acqua”. Gli attivisti fanno poi notare che “attualmente tutta la procedura autorizzativa per la captazione delle acque del Fiume Pescara dall’impianto di potabilizzazione di San Martino di Chieti esclude proprio il possibile uso idropotabile. Quindi per un eventuale uso idropotabile – dicono – non basterà certo l’anno di analisi delle acque da parte dell’Arta-Asl, che con le attuali condizioni del fiume Pescara non saranno altro che ulteriore spreco di risorse pubbliche, ma servirà ripartire daccapo dalla richiesta di captazione al Genio civile, passando nuovamente per la procedura di Via. Ovviamente bisognerà aver dimostrato di aver risanato Bussi e Piano d’Orta”. “Nel frattempo l’uso potrà essere solo per scopi industriali. Possibile che gli enti non abbiano chiarito questo aspetto richiamando gli atti già disponibili?”, si chiede il Forum, citando il parere del comitato Via del 2012, che esclude “qualsiasi uso idropotabile”. “Non vorremmo che qualcuno stia pensando di ricorrere a qualche escamotage per portare sui tavoli dei cittadini della Valpescara l’acqua del fiume Pescara. Ovviamente faremmo le barricate per scongiurare questa ipotesi sconsiderata tenuto conto della pericolosità delle acque e della condizione ambientale del fiume. Sull’acqua potabile a Chieti e Pescara abbiamo già dato – concludoe il Forum H2o – il presidente D’Alfonso escluda ufficialmente il ricorso a qualsiasi scorciatoia per usare quell’acqua a scopi potabili”.