A Pescara fa discutere la nomina degli scrutatori per il Referendum senza il sorteggio ma segnalati da politici e amministratori. I cittadini temono la lottizzazione dei seggi. Il Comune si impegna, in futuro, a trovare altre soluzioni.
Il tutto è partito dall’ammissione del vice sindaco di Pescara, Enzo Del Vecchio, di aver segnalato tre disoccupati e cinque studenti, tra cui la figlia, per fare gli scrutatori al prossimo referendum costituzionale del 4 dicembre. Del Vecchio però, ha subito precisato, in una intervista a Simona De Leonardis del quotidiano “Il Centro“, “di aver agito da padre ma che non è stato opportuno, e mia figlia ha rinunciato subito”. In sostanza, dal 2006, la legge dice che è la Commissione elettorale comunale a nominare gli scrutatori, a Pescara sono 510, ma non precisa con che sistema o metodo. Se l’assessore all’anagrafe Laura Di Pietro afferma che tutto è stato fatto nella massima trasparenza e tutti coloro che si sono proposti a politici e amministratori non sono stati esclusi, i cittadini hanno mal digerito la nomina diretta, proprio di quel politico o amministratore. I Pescaresi sono per il sorteggio per garantire la massima imparzialità e impedire la lottizzazione dei seggi. Di Pietro precisa che in futuro si potrà pensare di tornare al sorteggio o stabilire criteri di priorità per le fasce svantaggiate, ma che seppure l’Albo degli scrutatori viene aggiornato ogni anno, contiene comunque 8.800 nomi, molti dei quali, sostiene l’assessore, potrebbero non essere più interessati a ricoprire il ruolo di scrutatore. I cittadini però chiedono che la politica stia lontana dalla scelta degli scrutatori e che non vi siano raccomandazioni anche per i seggi. Interviene in merito, Maurizio Acerbo: “Sulla spartizione degli scrutatori, Rifondazione Comunista si è sempre battuta per il sorteggio. A L’Aquila riuscimmo a farlo approvare. A Pescara è stata bocciata per anni bocciata la nostra proposta.”
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