Gli architetti di Italia Nostra Palladini e Ferretti hanno presentato le modifiche da apportare al progetto originario del Comune di Pescara, che prevede il contestato taglio di una delle due querce di via delle Fornaci.
Riqualificare la strada e mantenere in vita il suo patrimonio arboreo si può, secondo i cittadini residenti e le associazioni che contestano vivacemente l’abbattimento dei due alberi secolari di via delle Fornaci. Prosegue anche la raccolta firme: in pochi giorni i no al taglio sono già diventati un migliaio.
“Ieri – fa sapere con una nota il comitato spontaneo di via delle Fornaci – si è riunita la commissione consiliare per discutere la presentazione del progetto alternativo proposto dalle associazioni e dai cittadini residenti per salvare le due Roverelle (querce) di via delle Fornaci. In sostanza le modifiche, che non implicano alcun aumento di spesa rispetto al progetto originario, apporterebbero miglioramenti alla sicurezza della strada istituendo un senso unico, il marciapiede e l’inizio di una pista ciclabile che potrebbe essere integrata (in un secondo momento) in un progetto già previsto e finanziato, creando così un vero e proprio “corridoio verde delle roverelle” tutto ciclabile a partire dalle due querce di strada delle Fornaci per continuare su via Carlo Alberto dalla Chiesak, toccando numerosi parchi e la scuola. Inoltre la presenza di un fosso interrato (prosecuzione storica di via delle Fornaci su via Acqua Corrente) permetterebbe di creare un comodo anello ciclabile, istituendo un vero e proprio asse fra lungomare, strada parco e strada delle Fornaci passando per il campo di calcio di Zanni”.
Intanto, sempre nella giornata di ieri, Conalpa ha richiesto al Comune, ai Carabinieri Forestali, alla Soprintendenza per i Beni Paesaggistici dell’Abruzzo e alla Regione l’inserimento delle due roverelle fra le piante monumentali.
“Le piante – afferma il professor Tammaro, docente dell’università di L’Aquila – evidenziano un germoplasma prezioso, puro e non ibridato […] presentando un elevato vigore germinativo non riscontrato in altre querce conspecifiche del territorio pescarese e zone limitrofe. Le querce e l’alloro di questa zona sono pertanto come frammenti di un vaso antico; oltre ad essere preziosi per la loro biodiversità floristica, testimoniano di questi ecosistemi forestali collinari perduti e ormai solo archeologicamente rintracciabili”.