Il consigliere Leandro Bracco denuncia l’inerzia della Regione dinanzi al problema della presenza di eternit: “In Abruzzo montagne di amianto senza soluzione”.
“Circa 2.000 edifici pubblici e poco meno di 500 privati contaminati da amianto. Una superficie di 419 mila metri quadrati, nella quale è presente il famigerato minerale naturale (tipologia friabile), le cui fibre hanno conseguenze deleterie per la salute umana”, denuncia il consigliere regionale di Sinistra Italiana, Leandro Bracco. “E la Regione Abruzzo, dopo avere compiuto un’indagine approfondita e abbastanza dettagliata, è latitante nell’individuazione di una soluzione. Si attende forse che si concretizzi un’emergenza allo scopo di dover per forza poi attuare procedure ad hoc la cui incisività appare assai dubbia?”
La questione si ripropone con forza dopo la vicenda che ha interessato il Comune chietino di Rocca San Giovanni. L’esponente di Sinistra Italiana torna a occuparsi di amianto, prendendo come riferimento i documenti che arrivano direttamente dal Servizio Gestione Rifiuti della Regione.
“Con DGR 801/2014 la Regione Abruzzo ha approvato la ‘Proposta di Piano regionale di Protezione dell’Ambiente, di decontaminazione, di smaltimento e di bonifica ai fini della difesa dai pericoli derivanti dall’amianto”, dichiara Bracco. “L’allegato 3 denominato ‘Sistema impiantistico regionale’ individua come unico impianto di smaltimento quello di Ortona passato di proprietà dalla Società Meridionale Inerti alla Sigma 90. La questione amianto è indubbiamente di notevolissima rilevanza considerato che in Abruzzo vi sono poco più di nove milioni di metri quadrati di quel materiale di matrice compatta. Si tratta dunque di quantitativi enormi. I rischi per la salute umana, derivanti dall’esposizione a fibre disperse nell’ambiente, sono purtroppo notissimi. A tal proposito va infatti ricordato che proprio a causa dei gravi effetti patogeni di cui l’amianto è portatore, nel ’92 è stata approvata una specifica legge e nel 2004 un decreto ministeriale nell’ambito del quale è stato vietato l’uso, la lavorazione e l’utilizzo dell’amianto. Da quel periodo storico in poi si è dato il via a molteplici interventi volti alla bonifica.
A maggio scorso, ai fini dell’approvazione del Piano, il Servizio Gestione Rifiuti della Regione Abruzzo ha provveduto ad aggiornare il Rapporto preliminare VAS (Valutazione ambientale strategica). Tale documento consente di consultare i Soggetti con competenza ambientale (SCA) in merito alla portata e al livello di dettaglio delle informazioni da includere all’interno del Rapporto ambientale, riguardo la Proposta di Piano regionale. Obiettivo della procedura VAS è di garantire un elevato livello di protezione dell’ambiente e di contribuire all’integrazione di considerazioni durante l’elaborazione del piano medesimo.
Gli atti, sino a questo momento redatti dalla Regione Abruzzo, hanno quindi consentito di stilare un’indagine approfondita e abbastanza dettagliata che forse però dovrà essere integrata, purtroppo, con numeri che fanno rabbrividire e cioè che poco meno di 42 sono gli ettari di terreno ad alto rischio di friabilità da amianto. Dopo l’analisi dei dati, ciò che lascia basiti è l’assenza di individuazione di possibili soluzioni. Circostanza, questa, incomprensibile, irragionevole e biasimevole”, conclude la nota del consigliere Bracco.