“La Regione Abruzzo ci ripensi sui criteri di localizzazione degli impianti di trattamento dei rifiuti”, l’appello di Nuovo Senso Civico.
Di seguito il documento di Nuovo Senso Civico:
La Regione Abruzzo ci ripensa sui criteri localizzativi per gli impianti di trattamento dei rifiuti approvati ed adottati con la L.R. 5 del 23.01.2018 “Norme a sostegno dell’economia circolare-Adeguamento Piano Regionale di Gestione Integrata dei rifiuti (PRGR)”.
Ora potranno essere più vicini alle così dette “funzioni sensibili” come scuole, ospedali.
Tutto questo con buona pace della salute e del benessere degli abruzzesi.
Si tratta di una modifica intervenuta nel silenzio più totale.
Basti dire che nel corso del Consiglio Regionale del 2.07.2018 è stato approvato “fuori sacco”, il provvedimento amministrativo 97/2018 DGR 248/C del 27.04.2018. Atti questi adottati, ufficialmente, per superare le censure mosse al Piano Regionale di Gestione Integrata dei Rifiuti che, come noto, è stato impugnato dal Governo Gentiloni avanti alla Corte Costituzionale.
Peccato che più che superare le criticità i provvedimenti di recente adozione, in sordina e senza clamori, hanno modificato quanto di buono contenuto nel Piano.
Leggendo il documento “Relazione al PRGR” si scopre, infatti, che la tabella, 18.6-2 “Distanze dai Punti Sensibili” non è più la stessa. Risulta infatti diversa da quella contenuta ed approvata con la l.r. 5/2018.
La nuova tabella riduce enormemente le distanze tra luoghi definiti “funzioni sensibili” e gli impianti di trattamento dei rifiuti.
Ad esempio, se una discarica destinata a rifiuti contiene amianto, secondo la precedente tabella doveva essere collocata a non meno di 2.000 m. adesso saranno sufficienti 1.000 m dai luoghi “funzioni sensibili”. Per gli impianti di incenerimento di rifiuti urbani e speciali basterà una distanza di 1.000 e non 2.000 m. Per gli impianti di condizionamento di fanghi dai 1.500 m si passa ai 500.
Tradotto sul piano pratico per la Regione Abruzzo la salute ed il benessere dei cittadini non sono beni prioritari.
Forse tutto questo spiega anche alcune vicende.
Per mesi abbiamo chiesto alla Regione, nel corso di diverse procedure autorizzative, di rigettare alcune iniziative perché non compatibili con i criteri localizzativi indicati nella l.r. 5/2018.
Richieste sempre disattese dai funzionari, come nel caso della discarica per materiali contenenti amianto proposta sul Comune di Rocca San Giovanni.
Ma non solo.
Qualche mese fa una società ha presentato alla regione una istanza di sospensione dell’iter approvativo, relativo ad un progetto di trattamento di rifiuti, perché incompatibile con i criteri localizzativi contenuti nella l.r. 5/2018.
Bene, questa stessa ditta ha riattivato la procedura, qualche giorno fa, dichiarando di conoscere il provvedimento contenete i nuovi criteri localizzativi ancor prima della verbalizzazione della seduta del Consiglio Regionale con il quale venivano adottate le nuove distanze. Seduta che come detto approvava l’atto “fuori sacco” ovvero quale provvedimento non contenuto nell’ordine del giorno di convocazione della seduta consiliare.
Ed allora come faceva ad essere così sicura al punto di inviare una formale istanza?
Tutto questo è scritto nero su bianco tra i documenti.
A questo punto non solo ci domandiamo cosa sia successo ma ci domandiamo se, gli abruzzesi debbano ringraziare per questo nuovo regalo la politica o gli apparati amministrativi considerando che nella vicenda hanno evidentemente svolto un ruolo determinante.
Quanto accaduto è gravissimo perché dimostra come la Regione e le sue strutture non siano al servizio dei cittadini.
Nulla conta la salute delle persone. Questo provvedimento, che ha riaperto la strada a tante procedure ferme, né è la prova. Saranno così inevitabilmente approvati progetti a ridosso ad esempio, delle scuole, sotto gli occhi dei bambini.
Tutto questo nel silenzio assordante di tutti.
Il servizio del Tg8