Parolisi sarà trasferito dal carcere militare. Salvatore Parolisi, il caporalmaggiore dell’Esercito, condannato definitivamente a 20 anni per l’omicidio della moglie Melania Rea, dovrà lasciare il carcere militare di Santa Maria Capua Vetere per essere trasferito in un’altra struttura detentiva.
L’eventuale trasferimento, oltre alla perdita del residuo stipendio ancora riconosciutogli dall’Esercito, sarebbe una conseguenza della decisione di degradazione dall’esercito dell’ex caporalmaggiore che sta scontando una pena definitiva a 20 anni di reclusione. La decisione sulla degradazione sarà presa il prossimo 28 settembre. Lo scorso mese di giugno la sentenza definitiva a 20 anni di carcere della Cassazione per Salvatore Parolisi che il 18 aprile del 2011 ha ucciso la moglie Melania Rea con 35 coltellate nel bosco di Ripe di Civitella.
Parolisi, anche dopo la condanna ha continuato a ritenersi innocente ed estraneo rispetto all’omicidio della moglie. Attualmente rinchiuso presso il carcere militare di Santa Maria Capua Vetere, un penitenziario definito dalla famiglia della vittima “a cinque stelle”, potrebbe essere ben presto trasferito. A carico di Salvatore Parolisi, sarebbe infatti giunta la richiesta di degradazione dall’esercito come pena accessoria alla condanna a 20 anni di carcere. La richiesta sarebbe stata avanzata dal procuratore generale di Perugia, Giancarlo Costagliola. In passato, lo stesso procuratore sostenne l’accusa contro Parolisi nell’ambito del procedimento che prevedeva la rideterminazione della pena con l’esclusione dell’aggravante della crudeltà a carico dell’ex caporalmaggiore. Della degradazione di Parolisi se ne discuterà il prossimo 28 settembre, data nella quale si svolgerà l’udienza in camera di consiglio. Se la richiesta del pg dovesse essere accolta, in seguito alla degradazione ci sarebbero conseguenze importanti per l’assassino di Melania Rea in quanto Parolisi non solo perderebbe il residuo stipendio ancora riconosciutogli dall’Esercito, ma anche la possibilità di scontare la sua pena nel carcere militare di Santa Maria Capua Vetere, con il conseguente trasferimento in una casa circondariale civile.