Taglio alberi a Pescara, interviene la Digos per identificare alcuni ambientalisti. Il Coordinamento cittadino intanto denuncia l’abbattimento di un pino maestoso di oltre 50 anni nei pressi dello Stadio Adriatico.
Si arricchisce di nuovi fatti di cronaca la vicenda dell’abbattimento degli alberi in città a Pescara. Questa volta si è reso necessario l’intervento degli agenti della Digos, in via Pepe a Pescara, al momento del taglio di un pino giudicato pericoloso dai tecnici del Comune.
“Oggi pomeriggio, intorno alle 15, nei pressi dello stadio, si sono radunati una quindicina di cittadini, poi raggiunti da alcuni attivisti del Coordinamento SalviAmo gli alberi – fanno sapere in una nota i rappresentanti del comitato -. Dopo avere chiesto lumi sull’operazione per diverso tempo, anche perchè sui mezzi non era visibile alcuna scritta, i cittadini hanno chiamato i Vigili Urbani per chiedere la verifica della regolarità del cantiere e un controllo sul rispetto delle norme della tanto decantata sicurezza, ma gli agenti della Polizia Municipale non sono venuti”.
E’ sopraggiunto invece un dirigente del Comune, “che ha pensato bene – affermano gli ambientalisti – di chiamare la Digos per far identificare i cittadini, gli attivisti e il consigliere comunale del Movimento 5 Stelle Massimiliano Di Pillo, nel frattempo sopraggiunto. Evidentemente erano ritenuti ancora più pericolosi degli alberi storici di Pescara così pericolanti”. In seguito all’intervento del dirigente è stato dato avvio all’abbattimento di un pino.
“Un Pino maestoso, con oltre 50 anni di storia, che in qualsiasi altra città sarebbe stato quanto meno sottoposto ad approfondimenti di ogni tipo prima di essere abbattuto – sottolineano gli esponenti del coordinamento – anche perchè lo stato vegetativo non sembrava tale da farlo apparire a rischio crollo immediato. In questo caso invece – denunciano gli attivisti – è stata sufficiente un’analisi visiva, senza procedere con le analisi strumentali alle quali ricorrono tutti gli altri comuni, con il risultato che i bambini presenti sono scoppiati a piangere davanti al lavoro delle motoseghe”.