Teramo, il nuovo IZS “un sogno che diventa realtà”

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Teramo: il nuovo IZS, un sogno che diventa realtà. Con la sottoscrizione degli ultimi atti formali del Masterplan, avvenuta il 10 novembre 2016, tra i vertici dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Abruzzo e del Molise “G. Caporale” e il Presidente del Consiglio Matteo Renzi, il progetto della nuova, modernissima sede dell’IZS di Teramo, a Colleatterrato, fa un decisivo passo avanti, con l’acquisizione di quello che si pone come uno dei maggiori finanziamenti dell’intero Masterplan.

E’ quanto ribadisce in una nota, la Presidente dell’IZS Manola Di Pasquale, la quale ricorda che altri 30 milioni di euro vanno ad aggiungersi ai 12,5 milioni di euro già stanziati dal Ministero, sempre per il progetto della nuova sede, per arrivare ad un totale, immediatamente disponibile, di 42,5 milioni di euro. Tale somma consente al presidente dell’IZSAM, Manola Di Pasquale, di poter ufficializzare la notizia che l’IZS,:

“Entro i primi sei mesi del 2017, i lavori della nuova sede andranno in appalto. Il nostro, infatti, è già un progetto esecutivo, e grazie allo stanziamento del Masterplan, possiamo passare alla fase operativa vera e propria.”

E non è tutto, aggiunge ancora la presidente, perché sempre grazie al Masterplan, a Teramo arriveranno altri 23 milioni di euro, che aggiunti ai 30 serviranno per la creazione di quel Polo Agro-Bio-Veterinario, che vedrà l’Università di Teramo strutturarsi, sinergicamente allo stesso IZSAM, nella creazione di un unicum nel panorama scientifico e accademico italiano.

La firma del patto del Masterplan, che rende immediatamente disponibili i 30 milioni di euro, è l’atto conclusivo di un percorso lungo e complesso che ha visto i nuovi vertici dell’Istituto impegnati su più fronti, pur di raggiungere l’ambizioso traguardo. Come si ricorderà, infatti, il progetto iniziale verteva su un vero e proprio project financing, che avrebbe visto la concessione delle aree della “vecchia” sede di Campo Fiera all’imprenditore che, in cambio, si fosse impegnato alla costruzione della sede. Per le peculiari regole del project financing, però, l’imprenditore avrebbe dovuto dapprima investire per realizzare la nuova sede e, solo in un secondo momento, entrare in possesso delle aree della “vecchia” sulle quali realizzare interventi edilizi in grado, con la vendita, di rendere produttiva l’intera operazione. I costi dell’investimento, però, e la crisi economica, hanno via via reso sempre meno praticabile l’ipotesi del project financing, fino a far temere che la nuova sede diventasse una chimera.

Con l’arrivo del nuovo management, però, tanto la presidente Manola Di Pasquale, quanto il direttore Mauro Mattioli, hanno dato immediato impulso alla ripresa del progetto, cercando ogni possibile soluzione alternativa, ivi compresa quella della realizzazione “per fasi”, attingendo ai finanziamenti via via disponibili e, soprattutto, “monetizzando” le aree della sede storica.