Affidati i primi incarichi per i lavori di progettazione del parco depurativo di Pescara, l’Ersi chiarisce il coinvolgimento di professionisti esterni e la scelta di non unificare gli interventi in un unico appalto.
È ormai in fase di attuazione progettuale il parco depurativo di Pescara, finalizzato al disinquinamento ambientale del fiume Pescara e alla razionalizzazione e al potenziamento del sistema fognario-depurativo del principale comune adriatico abruzzese. L’opera strategica per il comune di Pescara costerà complessivamente 20 milioni di euro e consentirà di aumentare la portata del depuratore dagli attuali 4 mila metri cubi ai 12 mila previsti.
Intanto, nel rispetto della nuova legge del codice sugli appalti, i primi incarichi di progettazione sono già stati affidati a diversi professionisti esterni ed è proprio su questo punto che l’Ersi, in qualità di ente di programmazione e controllo del sistema idrico integrato, intende fare chiarezza.
“Qualcuno potrebbe chiedere se in luogo di affidare gli incarichi a professionisti esterni si sarebbe potuto fare tutto in casa, affidandoli all’ufficio di progettazione dell’Aca, ma la risposta è assolutamente no, perché l’Aca è priva di un ufficio di progettazione in grado do gestire un progetto integrato e complesso come quello di cui stiamo parlando”, ha dichiarato Tommaso Di Biase, direttore dell’Ersi, che chiarisce anche i dubbi circa la mancata realizzazione dei lavori in un unico appalto. “La scelta di non unificare in un unico appalto gli interventi del parco depurativo nasce innanzitutto dal fatto che la divisione in più interventi autonomi e funzionali è un elemento costitutivo del progetto del parco stesso, che trova un chiaro ed esplicito riscontro in una precisa indicazione normativa del codice degli appalti”.
Per alleggerire l’impianto di Pescara, il progetto del parco depurativo prevede anche un distacco dei comuni di San Giovanni Teatino e Santa Teresa di Spoltore che convergeranno sul depuratore San Martino di Chieti.
Il servizio del Tg8