Coronavirus Abruzzo, qui tutti gli aggiornamenti di martedì 9 giugno, si spera nella conferma degli azzeramenti di contagi e decessi. Ma nel pescarese sono in circolazione portatori asintomatici. Oggi 1 nuovo caso e 1 decesso.
+++NOTIZIA IN CONTINUO AGGIORNAMENTO+++
Ore 19,30 – Covid 19 Abruzzo: sicurezza, l’80% delle aziende è in regola
Ore 15.16 – Covid 19 Abruzzo, bollettino del 9 giugno: 1 nuovo caso e 1 decesso
Ore 13.00 – Covid Teramo, stretta del Comune sulla movida
Ore 12.30 – Pescara, nuovi giochi nei parchi cittadini
Ore 11.40 – Covid 19: “Infermieri, noi eroi solo quando fa comodo”, flash-mob a Pescara
Ore 11.15 – Giovedì Speciale PMF su Rete8: “Covid, infermieri eroi già dimenticati?”
Ore 11.00 – Regione, nuova ordinanza per la ripresa delle attività socioassistenziali
Ore 10.15 – Covid L’Aquila, sanzionate due persone dalle Forze di Polizia
Ore 8.15 – Covid 19, C.R.I. – oltre 150 mila chiamate per i test
Ore 7.30 – Sanificazione Ospedale San Salvatore: la posizione della Diemme
Ore 0.00 – Covid 19 Abruzzo: Parruti, “Attenzione ai portatori asintomatici”
+++LE NEWS ANSA DALL’ITALIA E DAL MONDO+++
Coronavirus Italia, bollettino 9 giugno. Stabile il dato giornaliero dei contagi da coronavirus in Italia. E’ di 235.561 il numero complessivo dei contagiati, con un incremento rispetto a ieri di 283 casi, quando si era registrata una crescita di 280. Il dato comprende attualmente positivi, vittime e guariti. In Lombardia i nuovi contagiati sono 192 in più, mentre ieri l’incremento era stato di 194 casi, pari al 67,8% dell’aumento odierno in Italia. Dai dati della Protezione Civile emerge che la provincia di Bolzano e 5 regioni – Marche, Puglia, Friuli Venezia Giulia, Valle d’Aosta e Calabria – non hanno nuovi casi.
Sono saliti a 168.646 i guariti e i dimessi per il coronavirus in Italia, con un incremento rispetto a ieri di 2.062. Lunedì l’aumento era stato di 747.
Sono 79 le vittime del coronavirus nelle ultime 24 ore in Italia, in aumento rispetto alle 65 di ieri. In Lombardia nell’ultima giornata se ne sono registrate 15, mentre ieri erano 32. I morti complessivi sono 34.043. Nell’aumento delle vittime va considerato che l’Abruzzo ha comunicato oggi 32 decessi avvenuti in periodi precedenti, mentre l’aumento giornaliero è di un solo morto. Dai dati della Protezione Civile emerge che ci sono 10 regioni senza vittime: Campania, Trentino Alto Adige, Sicilia, Friuli Venezia Giulia, Umbria, Sardegna, Valle d’Aosta, Calabria, Molise e Basilicata.
Sono 263 i pazienti ricoverati in terapia intensiva in Italia, 20 meno di ieri. Di questi, 96 sono in Lombardia, 11 meno di ieri. I malati ricoverati con sintomi sono invece 4.581, con un calo di 148 rispetto a ieri, mentre quelli in isolamento domiciliare scendono a 28.028, con un calo di 1.690 rispetto a ieri.
Sono 32.872 i malati di coronavirus in Italia, 1.858 meno di ieri, quando il calo era stato di 532.
Nel dettaglio – secondo i dati diffusi dalla Protezione Civile – gli attualmente positivi sono 18.297 in Lombardia (-1.022), 3.671 in Piemonte (-195), 2.156 in Emilia-Romagna (-126), 1.004 in Veneto (-76), 628 in Toscana (-93), 249 in Liguria (+1), 2.570 nel Lazio (-45), 992 nelle Marche (-83), 675 in Campania (-42), 613 in Puglia (-85), 81 nella Provincia autonoma di Trento (0), 853 in Sicilia (0), 128 in Friuli Venezia Giulia (-16), 567 in Abruzzo (-65), 95 nella Provincia autonoma di Bolzano (-2), 29 in Umbria (0), 54 in Sardegna (-2), 8 in Valle d’Aosta (-0), 68 in Calabria (-9), 120 in Molise (+1), 14 in Basilicata (+1). Quanto alle vittime, sono in Lombardia 16.317 (+15), Piemonte 3.961 (+7), Emilia-Romagna 4.185 (+6), Veneto 1.961 (+6), Toscana 1.077 (+3), Liguria 1.509 (+4), Lazio 766 (+3), Marche 992 (+1), Campania 426 (+0), Puglia 526 (+1), Provincia autonoma di Trento 464 (+0), Sicilia 278 (+0), Friuli Venezia Giulia 340 (+0), Abruzzo 451 (+33), Provincia autonoma di Bolzano 292 (+0), Umbria 76 (+0), Sardegna 131 (+0), Valle d’Aosta 144 (+0), Calabria 97 (+0), Molise 23 (+0), Basilicata 27 (+0). I tamponi per il coronavirus sono finora 4.318.650, in aumento di 55.003 rispetto a ieri. I casi testati sono finora 2.675.689.
Coronavirus: Giappone, test clinici Avigan andranno avanti. Azienda, ma serve più tempo per capire efficacia del farmaco
La giapponese Fujifilm Holdings continuerà a condurre sperimentazioni cliniche per la cura del nuovo coronavirus sul farmaco antinfluenzale Avigan da lei prodotto, oltre il termine previsto di giugno. Lo ha anticipato una fonte della casa farmaceutica all’agenzia Kyodo, spiegando che la mancanza fino ad oggi di dati sufficienti – anche a causa del calo delle infezioni dell’agente patogeno – costringe a un prolungamento dei test iniziati lo scorso marzo. Attualmente l’azienda dice di non sapere quando il farmaco – conosciuto anche con il nome di favipiravir e considerato fino a qualche tempo fa uno dei principali candidati per il trattamento del coronavirus – potrà terminare i test. Il governo giapponese lo scorso mese ha comunicato che non approverà il farmaco come una possibile cura per la malattia dopo che uno studio della Fujita Health University ha rivelato una scarsa efficacia contro il virus SarsCoV2.
Cosa sappiamo fino ad ora sull’origine del Covid 19?
Molti esperti credono che il virus sia partito dai pipistrelli ma non riescono a capire come sia arrivato all’uomo. Non esistono nemmeno prove che sia nato in laboratorio. Il tema potrebbe essere oggetto di studio per anni.
COVID 19 – APP IMMUNI AL VIA CON QUALCHE PROBLEMA
Nel giorno di Immuni risalgono i contagi e le vittime per il coronavirus in Italia: nelle ultime 24 ore i nuovi casi sono 280 – il 42% in più rispetto a domenica quando si erano fermati a 197 – e i morti sono 65 in più, mentre domenica l’incremento era di 53. Una risalita che è ancora più netta se si considera che sono stati fatti solo 27.112 tamponi a fronte dei quasi 50mila di sabato: significa che il rapporto tra esami eseguiti e positivi individuati è passato dallo 0,4% circa dei giorni scorsi all’1,03% di ieri. Dati e numeri che confermano ancora una volta ciò che tutti gli esperti ripetono da quando l’Italia ha riaperto: il virus è ancora in circolo ed è fondamentale riuscire ad individuare tempestivamente eventuali nuovi focolai. A questo dovrebbe contribuire anche Immuni, la App per il contact tracing già scaricata da 2 milioni di italiani che da oggi è operativa in via sperimentale in 4 regioni (Liguria, Marche, Abruzzo e Puglia) e che dalla settimana prossima sarà disponibile in tutta Italia.
A chi l’ha già scaricata potrà aggiungersi ora anche chi ha uno smartphone Huawei o Honor: gli ingegneri di Google hanno risolto il problema tecnico che aveva reso temporaneamente non disponibile Immuni. Restano esclusi ancora una piccola parte di dispositivi messi in commercio a partire dallo scorso autunno (Huawei Mate 30, P40, Serie Y, il pieghevole Mate Xs e Honor 9X Pro) ma si è già al lavoro, dicono gli sviluppatori, per rendere compatibile la app “al più presto”. Il debutto è comunque tra le polemiche, viste le parole di Matteo Salvini: “io non scarico assolutamente nulla – ha detto il leader della Lega e dell’opposizione – Gli italiani chiedono garanzia totale nella gestione e tutela dei loro dati e fino a quando non ci sarà questa garanzia, io non scarico nulla”. La App è stata “sviluppata nel pieno rispetto della normativa sulla privacy italiana ed europea” gli ha risposto la ministra dell’Innovazione Paola Pisano ricordando – come già aveva fatto in Parlamento il commissario per l’emergenza Domenico Arcuri – che l’unico titolare della protezione dei dati (la conservazione fisica è affidata a Sogei, società interamente partecipata dallo Stato) è il ministero della Salute e che, in ogni caso, i dati saranno cancellati o resi definitivamente anonimi entro il 31 dicembre del 2020. “Immuni è utile in questo momento di ripresa delle attività – ha aggiunto il ministro – per muoversi in sicurezza, diminuire la probabilità di nascita di focolai improvvisi e per tutelare noi stessi e le persone a noi care. Maggiore è il numero delle persone che scarica l’app e maggiore è la possibilità che si sia avvisati qualora si entri in contatto con un caso positivo”.
Su quest’ultimo aspetto sono però sono intervenuti gli stessi ricercatori di Oxford che avevano pubblicato lo studio secondo il quale app come Immuni, per essere efficaci, devono essere scaricate da almeno il 60% della popolazione. “Il nostro lavoro è stato profondamente equivocato” hanno spiegato alla rivista del Mit sottolineando che lo studio affermava che “se l’80% degli utilizzatori di smartphone scaricassero la app, una percentuale che corrisponde appunto al 60% della popolazione generale, lo strumento sarebbe sufficiente da solo a fermare l’epidemia, senza altre forme di intervento, come il contact tracing ‘manuale’ o il distanziamento sociale”. Distanza che invece resta fondamentale, come il divieto d’assembramento. Perché se i numeri nel complesso restano positivi – anche oggi ci sono 7 regioni a zero nuovi contagi e ben dieci senza nuove vittime – ci sono ancora focolai attivi. Nel Lazio ad esempio, con il cluster nel San Raffaele-Pisana a Roma in cui si è già a 41 positivi – o nella solita Lombardia, che resta un unicum in tutta Italia: la regione più colpita ha fatto registrare nelle ultime 24 ore il 70% del totale dei nuovi casi (194 su 280) e il 50% dei morti (32 su 65). Per capire come si muova il virus in quella regione basta il dato della Ats di Bergamo: dei quasi 10mila cittadini sottoposti a test sierologici dal 23 aprile al 3 giugno, il 57% è risultato positivo. Uno su due.