Lo sciame sismico che sta interessando il Molise fa paura anche all’Abruzzo. Dopo la scossa di giovedì 16 agosto delle 20,19 di magnitudo 5.1 con epicentro a Montecilfone in provincia di Campobasso, aumentano i controlli per la sicurezza sui viadotti. A San Salvo aperto il Coc.
Giovedì 16 agosto, ore 20,19: la terra trema. Epicentro a Montecilfone, comune molisano in provincia di Campobasso; magnitudo del sisma 5.1. Nessun danno, ma tanta paura, la stessa che da quel fatidico 6 aprile del 2009 paralizza per qualche attimo mente e corpo nell’istante esatto in cui si realizza che quei movimenti improvvisi non sono frutto di una suggestione o di un giramento di testa dovuto a un calo di zuccheri, ma sono proprio la danza prepotente, preoccupante, inaspettata e scomposta, del terremoto. E che l’epicentro sia lontano, poco importa, se le cronache giornalistiche degli ultimi anni ci hanno insegnato che il capriccio dei terremoti non è poi tanto prevedibile e che gli umori del sisma, che corrono sulle strade invisibili delle faglie su cui l’uomo ha costruito noncurante la propria vita, nessuno sa con precisione dove, come e quando si manifesteranno.
E’ stato così anche ieri, con lo sciame sismico che non si è fermato dopo la scossa di 5.1 delle 20,19, ma che ha continuato a far tremare di paura il vicino Molise, valicando i confini regionali e ricongiungendolo con quella danza anche all’Abruzzo, un tempo regione sorella.
E così alle 22,22 si registra un’altra scossa di magnitudo 4.5, localizzata 4 km a sudest di Montecilfone: sarà l’evento più forte dello sciame sismico dopo la scossa delle 20,19 e alle 23 di ieri i terremoti registrati dall’istituto nazionale di geofisica e vulcanologia saranno 27, dei quali otto di magnitudo uguale o superiore a 2.5.
“Stiamo continuando ad analizzare i dati per capire le caratteristiche delle faglie che si sono attivate in questi giorni”, fa sapere in una nota l’Ingv. “La zona è poco conosciuta dal punto di vista sismico per una limitata documentazione della sismicità storica. Vogliamo precisare, comunque, che la faglia che sta provocando i terremoti di queste ore si trova a 10-15 km più a nord di quella che ha determinato i terremoti del 2002 di San Giuliano di Puglia, pur avendo caratteristiche simili”.
Gli esperti rivelano che se lo sciame sismico non ha fatto registrare danni rilevanti è perché la sua magnitudo, compresa fra 5.1 e 5.2, è quattro volte inferiore a quella di 5.5, che in media può generare crolli e rovine, considerando che l’energia raddoppia ogni volta che l’intensità aumenta dello 0.2. Ma c’è un altro elemento che aiuta a spiegare l’assenza di crolli importanti ed è la profondità che incide molto sulla capacità di danneggiare gli edifici, perché più un terremoto è profondo e meno danni genera. Nel caso del terremoto in Molise il valore della profondità, che non è ancora definitivo, potrebbe essere compreso fra 9 e 19 chilometri.
“La sequenza in corso in Molise, nella quale alla scossa principale ne sono seguite altre di magnitudo superiore a 4, è generata da un meccanismo diverso rispetto a quelli dei terremoti più recenti dell’Italia centrale: mentre questi sono scatenati da un movimento di tipo estensionale, quello della provincia di Campobasso ha una dinamica simile a quella del terremoto a San Giuliano di Puglia del 2002, con un movimento di tipo trascorrente, nel quale la crosta terrestre si muove in modo orizzontale”, ha dichiarato Carlo Doglioni, presidente dell’Ingv. “Al momento non ci sono elementi per trarre conclusioni e stabilire che una situazione simile a quella dell’inizio del ‘900 possa ripetersi. Sicuramente serve una maggiore conoscenza dei terremoti”.
Sta di fatto che già dalla tarda serata di ieri molti comuni abruzzesi hanno preso le dovute precauzioni. A San Salvo è stato aperto il centro operativo comunale (Coc), dopo la prima scossa di terremoto delle 20.19, per “assicurare al territorio comunale il monitoraggio per tutta la fase di allerta nella situazione di criticità e per i controlli agli edifici pubblici e alle infrastrutture presenti in città, oltre a eventuali interventi in favore della popolazione”.
A Vasto il viadotto Histonium, chiuso in via precauzionale, è stato riaperto dopo i controlli, mentre resta chiuso quello di Sant’Onofrio in val di Sangro.
Chiuso anche un tratto della statale 647 Bifernina, in particolare il viadotto sull’invaso artificiale della diga del Liscione nella zona di Guardialfiera (Campobasso). La decisione è stata presa nella notte per consentire verifiche strutturali sul ponte, lungo circa 4,5 km. I collegamenti da Campobasso a Termoli sono possibili attraverso la Ss 87. Verifiche sono in corso su alcuni impalcati del viadotto che avrebbero mostrato leggere anomalie dopo le scosse di terremoto di ieri sera di magnitudo 5.1 e 4.5.
Riaperto invece questa notte, dopo gli opportuni controlli all’infrastruttura da parte dei tecnici di Rfi (rete ferrovie italiane), il traffico ferroviario tra Ortona-Foggia e Vairano-Campobasso-Termoli. La circolazione ferroviaria risulta regolare su tutto il territorio molisano.