Detenuto aggredisce guardia nel Carcere di Lanciano. Nel tardo pomeriggio del giorno di Pasqua un detenuto di origini campane, recluso nel carcere di Lanciano, ha aggredito con inusitata violenza, pari solo alla vilta’ ed alla gratuita’ del gesto, un sovrintendente di polizia penitenziaria”.
Lo scrive oggi in una nota il segretario provinciale Uil-Pa polizia penitenziaria Ruggero Di Giovanni. Il detenuto, da poco arrestato per reati comuni e gia’ isolato dalla restante popolazione detenuta per aver aggredito durante la notte il compagno di cella, dopo aver chiesto ed ottenuto un colloquio con il sovrintendente ha finto di voler porgere la mano al poliziotto penitenziario e approfittando della ridotta distanza, necessaria per il gesto di ‘pace’, ha scagliato un violento colpo al volto del sovrintendente che e’ dovuto ricorrere alle cure del locale pronto soccorso. “Durante la notte successiva – fa sapere ancora Di Giovanni – il detenuto si e’ nuovamente messo in evidenza distruggendo un paio di celle e barricandosi all’interno di una di esse; la mattina di pasquetta e’ poi riuscito a ‘sfuggire’ al personale tentando la fuga e scatenando una caccia all’uomo, all’interno dell’istituto, che e’ terminata con l’inevitabile ‘cattura del fuggitivo’; purtroppo quest’ultima operazione non e’ stata priva di conseguenze, altri due agenti sono dovuti ricorrere alle cure del pronto soccorso. In totale – dice il segretario – abbiamo registrato rispettivamente 5, 7 e 15 giorni di prognosi. “Dobbiamo costatare – scrive Di Giovanni – che nel corso degli ultimi anni sono state prese decisioni che mal si prestano alla gestione di questo tipo di detenuti che, per usare le parole del D.A.P. (Dipartimento Amministrazione Penitenziaria), ‘non sono ancora pronti al regime aperto’ e nulla e’ stato fatto a livello regionale per istituire le previste (dal maggio 2015) sezioni per detenuti violenti. Pur sforzandoci di non puntare il dito contro l’amministrazione locale non possiamo non chiederci se siano stati adottati tutti i provvedimenti del caso a tutela dei lavoratori. Invero sappiamo che il personale operante aveva ampiamente segnalato il problema, confrontando le precedenti carcerazioni, come la polizia penitenziaria sa fare, con quest’ultima e preannunciando la chiara impossibilita’ a gestire questo detenuto secondo gli attuali criteri organizzativi; basti pensare che il detenuto, resosi responsabile di diversi episodi violenti in altre carcerazioni, in passato era arrivato perfino a staccare un orecchio a morsi ad un altro detenuto”. “Assodato che quel detenuto ha dato, diffusamente, segni di squilibrio, questi – questi – si chiede tra l’altro il sindacalista – sono stati sottovalutati? E’ stato sottoposto a visita psichiatrica? La Polizia Penitenziaria e’ stata messa in grado di gestire in sicurezza questo ristretto?”. E ancora: “E’ stata richiesta l’applicazione del regime di sorveglianza particolare (art. 14 bis O.P.) che al momento e’ uno dei pochi strumenti che consente di operare in maggior sicurezza con detenuti di questo tipo? Visti i risultati – conclude Di Giovanni – e’ abbastanza chiaro che qualcosa non ha funzionato e, senza peccare di presunzione, teniamo a puntualizzare che sono almeno tre anni che la Uil-Pa polizia penitenziaria chiede una riorganizzazione del lavoro nell’Istituto frentano, necessaria a seguito dell’insufficiente organico, delle mutate modalita’ di gestione dei detenuti e del continuo distogliere agenti dal servizio d’istituto operato dalla direzione”.