Penne: Brioni, dopo i sacrifici il rilancio. I risultati del tavolo Ministeriale trasformato poi in Tavolo tecnico Regionale per il sostegno alla Brioni di Penne sono stati illsustrati stamani dai vertici dell’azienda dell’abbigliamento maschile di lusso nel corso di un incontro convocato presso l’assessorato regionale alle attività produttive.
Al Vicepresidente della Giunta Regionale Giovanni Lolli, i vertici aziendali hanno illustrato il piano aziendale e di rilancio. Domenico Ronca della Filctem Cgil ha sottolineato l’enorme sacrificio sostenuto dagli oltre 1200 lavoratori i quali non si sono sottratti alla riduzione delle ore di lavoro e quindi di stipendio pur di salvaguardare il futuro dell’azienda. Nell’ultimo incontro a Roma presso il Ministero dello sviluppo economico di metà giugno scorso, i vertici della Brioni avevano annunciato che la ripartenza sarebbe potuta cominciare già entro fine anno, dopo che si era passati dai 450 esuberi previsti dalla direzione aziendale a circa 70 dipendenti a rischio. E dopo che erano uscite dal ciclo produttivo oltre 130 persone accettando volontariamente gli incentivi da 16 a 32 mila euro, e altre 111 avevano accettato la riduzione dell’orario lavorativo. Il recente divorzio tra Justin O’Shea, fashion director e la Brioni dopo appena cinque mesi dalla sua nomina, ha lanciato un chiaro messaggio. La maison che fa capo al gruppo Kering dovrebbe essere in grado di affrontare le prossime sfide è stato ribadito. Intanto la Regione Abruzzo, ha sottolineato il Vice Presidente della Giunta, Giovanni Lolli, è pronta ad inserire l’Area Vestina nelle Aree di Crisi abruzzesi. Un passo fondamentale per poter mettere in moto tutti gli strumenti necessari per il rilancio industriale. L’azienda intanto con un comunicato stampa ufficiale a firma dell’ad Gianluca Flore di Brioni ha ringraziato il creativo australiano per la sua collaborazione durante questo periodo ed ha spiegato come:
“La strategia di rivitalizzazione del brand avviata all’inizio di questo anno, continuerà attraverso un piano di lungo termine volto ad affermare il marchio come leader nell’abbigliamento maschile di lusso”.
Ora quello che resta da capire è il futuro del marchio, simbolo del tailoring couture made in Italy. Un marchio che si stima fatturi circa 190 milioni di euro l’anno.