Nega lo stupro ma non il rapporto, che invece, secondo la versione fornita dal 61enne, sarebbe stato consenziente. Il senegalese, accusato dello stupro di una donna di 39 anni, resta comunque in carcere, al San Donato di Pescara, poiché l’arresto è stato convalidato.
L’episodio è avvenuto sabato scorso nel giardinetto nei pressi della stazione ferroviaria e del terminal bus di Pescara, dove l’uomo sarebbe stato bloccato dall’intervento di alcuni passanti che, attirati dalle urla della donna, hanno chiamato la polizia che ha poi arrestato il 61enne. Il Senegalese, che aveva problemi legati all’abuso di alcol ed era sposato con un’Italiana, in passato aveva scontato due anni di carcere per maltrattamenti in famiglia; la 39enne invece assumeva abitualmente farmaci per alcuni problemi di salute. Sarebbe stato proprio l’alcol, bevuto con l’uomo e misto alle medicine della donna, a provocare lo stordimento della stessa, di cui poi avrebbe abusato il 61enne.
“Siamo in attesa di conoscere quel che emergerà dalla visione delle telecamere di videosorveglianza della zona”, ha dichiarato l’avvocato Stefano Sassano, legale di fiducia del Senegalese accusato di stupro, che per il suo assistito ha avanzato istanza di scarcerazione.
L’accaduto ha generato inevitabili reazioni del mondo politico e cittadino a Pescara, che chiedono a gran voce più controlli e sicurezza in città, mentre la comunità senegalese esprime perplessità circa la matrice sessuale dell’episodio, temendo che nell’opinione pubblica si generi una pericolosa caccia alle streghe.
Intanto stasera alle 19 si riunirà in prefettura il comitato per la sicurezza e l’ordine pubblico.