Incidenti sul lavoro, l’ANMIL Abruzzo chiede più controlli. Celebrata a San Salvo la 66 esima Giornata delle vittime sul lavoro. L’Abruzzo per molto tempo ha detenuto la maglia nera, a livello nazionale, per gli incidenti sui luoghi di lavoro. Grazie ai maggiori controlli qualcosa è stato fatto ma bisogna proseguire su questa strada è stato detto e non abbassare la guardia.
Mentre dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, arriva un richiamo per la garanzia della sicurezza sui posti di lavoro perché “ogni morte sul lavoro costituisce una ferita per l’Italia e una perdita irreparabile per l’intera società”, in tutte le province italiane l’Associazione nazionale mutilati e invalidi del lavoro ANMIL appunto, ha celebrato la 66/a ‘Giornata nazionale per le vittime degli incidenti sul lavoro’. In provincia di Chieti l’Anmil ha scelto San Salvo per chiamare a raccolta i propri iscritti. Il presidente provinciale Luigi D’Alessandro evidenziando l’impegno dell’associazione contro gli infortuni sul lavoro che “non sembrano diminuire nonostante la diminuzione degli occupati” ha constatato un aumento delle malattie professionali. L’Abruzzo nel 2016, dati di luglio, ha fatto registrare una lieve diminuzione degli incidenti sul lavoro ma in provincia di Chieti quelli con esito mortale sono raddoppiati passando nei primi sette mesi da 3 a 6 interessando in particolare i settori dell’agricoltura e dell’edilizia. Il presidente D’Alessandro ha rilanciato la proposta dell’Anmil che da tempo sollecita l’ attivazione di un centro ispettivo unico nazionale affinché concentri tutte le attività di più enti:
“Oltre a produrre notevoli riduzione dei costi avrebbe effetti concreti nei controlli nelle aziende”. Il sindaco di San Salvo Tiziana Magnacca nel suo saluto ha ringraziato l’Anmil per la particolare attenzione riservata a San Salvo scegliendola come sede di questa ricorrenza nella città che ospitò il 19 marzo 1983 Giovanni Paolo II. Partendo dal discorso tenuto dal Pontefice alla Siv, oggi Pilkington, il sindaco ha evidenziato come “il lavoro è anche peso, fatica, sudore, ma nello stesso tempo permette all’uomo di realizzarsi e gli fornisce il modo per procurare il sostentamento e una vita dignitosa per sé e per i propri cari. Si può quindi morire di lavoro?”. Nel ricordare Nicola Di Febo, l’operaio comunale di 64 anni, rimasto ferito di un incidente sul lavoro, il primo cittadino ha chiesto ai presenti come si possa far ancora lavorare le persone ultra sessantenni in attività usuranti o con macchinari complessi. Il sindaco ha infine evidenziato come questa iniziativa, al di là della commemorazione delle vittime, “vuole rappresentare un impegno comune, formale e concreto a lottare contro il dramma degli incidenti e delle morti sul lavoro affinché sia condiviso da parte di tutti per ottenere maggiore rispetto per la vita dei lavoratori”.