Il sindaco di Montesilvano, Francesco Maragno, ha annunciato l’avvio degli atti necessari affinché non vengano assegnate case popolari a pregiudicati condannati per reati inerenti droga, usura, prostituzione e detenzione di armi.
Niente alloggio popolare per chi si è macchiato di reati in materia di droga, usura, prostituzione e detenzione abusiva di armi: l’annuncio è del sindaco di Montesilvano, Francesco Maragno, il quale ha avviato le procedure necessarie anche per arrivare allo sfratto di chi già abita in alloggi di edilizia popolare.
“In questo modo – si legge nella nota del Comune – intendiamo applicare i nuovi criteri di assegnazione e gestione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica previsti nella legge regionale 18 del 23 luglio 2018, entrata in vigore il 4 agosto, che modifica la legge regionale del 1996. Sarà un percorso certamente complesso – dice ancora il sindaco – ma necessario perché è giusto che l’edilizia residenziale pubblica sia destinata a quelle persone che con onestà, serietà, rispetto per la legge e per l’altro cercano di superare le difficoltà a cui la vita li ha sottoposti. Abbiamo immediatamente recepito queste nuove disposizioni dando mandato all’Azienda Speciale, incaricata dal Comune di gestire le politiche alloggiative, di sospendere eventuali assegnazioni in corso, così da attivare tutte le verifiche necessarie, e procedere con gli accertamenti finalizzati allo sfratto di quei soggetti che non hanno più titolo per permanere all’interno degli appartamenti ai sensi della nuova disciplina”.
Le novità in sostanza stabiliscono che non possono essere assegnati alloggi a persone che, negli ultimi dieci anni dalla data di pubblicazione del bando, a seguito di sentenza passata in giudicato o di patteggiamento, abbiano riportato condanne per delitti non colposi per i quali la legge prevede la pena detentiva non inferiore a cinque anni; le assegnazioni non sono possibili nemmeno per gli intestatari della domanda o loro familiari che abbiano condanne penali per reati in materia di stupefacenti e sostanze psicotrope, di usura, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione, gioco d’azzardo, detenzione e porto abusivo di armi, traffico di armi, riciclaggio di denaro proveniente da attività illecite.
“Le altre modifiche – si legge nella nota del Comune – riguardano la decadenza dell’assegnazione negli stessi casi appena citati, nonché qualora l’assegnatario o uno dei componenti, dopo l’assegnazione, abbiano adibito la casa o le zone limitrofe ad attività illecite rilevate in flagranza di reato o abbiano ospitato stabilmente nell’alloggio persone colte in flagranza di reati inerenti sostanze stupefacenti, usura, favoreggiamento o sfruttamento della prostituzione, gioco d’azzardo, detenzione e porto abusivo di armi, traffico di armi, riciclaggio di denaro proveniente da attività illecite”.