Appresa dalla stampa la notizia che gli indagati sarebbero scesi da più di 4o a 9, il sindaco di Sulmona Annamaria Casini commenta “Mi erano sembrati tanti, ma se ci sono i furbetti in Comune è giusto che paghino”.
Il presunto ridimensionamento dell’inchiesta, appreso dalla stampa, non stupisce il sindaco di Sulmona Annamaria Casini che riteneva sovradimensionato il numero dei presunti assenteisti. Tuttavia, aggiunge il primo cittadino, “se verranno individuati con certezza i furbetti del Comune, dovranno pagare”.
Dunque Sulmona potrebbe non è essere come Ficarra (la cittadina siciliana in cui è finita sotto indagine la metà dei dipendenti comunali) ma questo non significa che le accuse di assenteismo siano evaporate del tutto. All’inizio la Guardia di Finanza aveva puntato l’attenzione su circa 49 dipendenti comunali, poi ridotti della metà e oggi a 9. Il sospetto è che i furbetti abbiano violato le regole assentandosi dal lavoro in orario di ufficio, o magari affidando a colleghi compiacenti il compito di timbrare il cartellino. Gli indagati, tutti operanti nella sede dell’ex caserma Pace, hanno spiegato che le assenze dalla succursale comunale erano dovute alla necessità di raggiungere la sede centrale. Questi spostamenti, all’epoca, non potevano essere segnalati, in quanto il marca-tempo non lo prevedeva.