I pesticidi in Italia sono presenti nel 67% delle acque superficiali monitorate, e superano i limiti di legge nel 24%. Nelle falde sotterranee, i pesticidi sono stati trovati nel 33,5% dei punti di rilevazione e superano i limiti nell’8,3%. L’Abruzzo mostra per l’ennesima volta gravissime lacune conoscitive
L’erbicida glifosato è la sostanza con il maggior numero di sforamenti dei valori di legge. I rilevamenti dell’inquinamento delle acque da pesticidi si fanno soprattutto al Nord: al Sud sono molto carenti, e la Calabria non comunica alcun dato. Sono questi i dati salienti del rapporto dell’Ispra (il centro studi del Ministero dell’Ambiente) “Pesticidi nelle acque”, presentato a Roma al Ministero. Il documento raccoglie i dati rilevati nel biennio 2015-2016 dalle Arpa regionali, le agenzie ambientali delle Regioni. Salgono a quasi 400 le sostanze ricercate in Italia, ma non tutte vengono cercate in tutte le Regioni. L’Abruzzo mostra per l’ennesima volta gravissime lacune conoscitive”. Lo afferma il Forum H2o, a proposito del Rapporto nazionale Pesticidi nelle Acque – dati 2015-2016 dell’Ispra, sottolineando che vi sono “400 sostanze in commercio, oltre 350 cercate in Italia e 259 trovate”, mentre in Abruzzo “se ne cercano solo 52”, dato che colloca la regione agli ultimi posti, dopo Calabria, Molise e Puglia. “A parte la Calabria, che non ha proprio inviato dati – spiegano infatti gli ambientalisti – peggio dell’Abruzzo per numero di sostanze monitorate fanno solo Molise con 31 sostanze e Puglia con 46. Le migliori sono Sicilia, appunto, con 193 sostanze, la Provincia di Bolzano con 180, la Toscana con 115, la provincia di Trento con 112, l’Umbria con 108, la Lombardia con 106, il Piemonte con 105, il Veneto con 103. Come si vede molte regioni monitorano il doppio delle sostanze dell’Abruzzo e alcune anche il triplo”. “In Abruzzo, ad esempio – aggiunge il Forum – non vengono monitorati il famigerato glifosate e il suo metabolita Ampa, che sono tra gli inquinanti più comuni, e diverse altre sostanze che hanno potenzialmente gravi effetti ambientali e sulla salute delle persone. Riteniamo che per queste gravi lacune il monitoraggio assicurato in Abruzzo sia in larga parte insufficiente e che il quadro che ne esce non sia di fatto attendibile rispetto alla potenziale contaminazione in atto”. “Sono anni che reclamiamo uno sforzo maggiore da parte di Regione ed Arta ma passano gli anni senza alcuna novità, nonostante i gravissimi danni all’ambiente e alla salute umana derivanti dalla possibile diffusione dei pesticidi. Auspichiamo che il nuovo Direttore Chiavaroli possa in breve tempo garantire un monitoraggio all’altezza delle sfide che abbiamo di fronte e che la Regione Abruzzo supporti l’Agenzia con adeguate risorse”, concludono gli attivisti.