Impianti sciistici chiusi, turisti quasi zero sia nel mese di dicembre che un quello di gennaio. Ossia nei mesi clou della stagione invernale, quelli in cui le strutture ricettive e turistiche in generale dovrebbero, invece, lavorare di più.
E poi, 14 maestri di sci che non lavorano dall’aprile scorso, e come loro anche i 2 noleggiatori di attrezzature invernali, per un totale di 17 persone se si conta anche una segretaria, che da nove mesi non fatturano un euro. Il motivo è sempre lo stesso, al centro di polemiche e di dure prese di posizione: la chiusura della stazione sciistica di Campo Imperatore.
A lanciare ancora accuse alla cattiva amministrazione e gestione della stazione invernale più alta dell’Appennino è, ancora una volta, Luigi Faccia, referente dei maestri di sci di Assergi ma che si fa portavoce di un malumore generalizzato tra tutti gli operatori turistici e sportivi della zona. E’ vero che c’è maltempo; è vero che la bufera renderebbe comunque impossibile l’apertura degli impianti, ma – fa notare Faccia – mentre nelle altre stazioni sciistiche abruzzesi gli impianti per l’innevamento artificiale consentono almeno di poter contare su quella neve, sul Gran Sasso si aspetta ancora di capire se la neve c’è o meno”. Una stazione, quella di Campo Imperatore, ancora troppo condizionata dagli eventi meteorologici, “mentre – rimarcano gli operatori del Gran Sasso – potrebbe essere la prima ad aprire in tutto l’Abruzzo”. E invece niente neve, niente turisti, niente affari, alberghi con il personale ridotto al minimo, tanto per restare aperti, e lavoratori appesi al filo della speranza in una copiosa e duratura nevicata.
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