Pavone e Miraglia sono stati assolti dal gup del tribunale di Pescara nell’ambito dell’inchiesta sull’immigrazione clandestina; rinvii a giudizio e prescrizioni per altri 58 imputati.
Gli imputati Domenico Pavone e Maria Giovanna Miraglia, giudicati con il rito abbreviato nell’ambito dell’inchiesta sulla presunta organizzazione dedita all’immigrazione clandestina in Abruzzo e in altre regioni italiane, sono stati assolti questa mattina dal gup del tribunale di Pescara, Gianluca Sarandrea, “per non avere commesso il fatto”.
Entrambi erano accusati del reato di immigrazione clandestina, con Pavone imputato anche per associazione a delinquere finalizzata all’immigrazione clandestina. L’inchiesta risale al 2012 e ha coinvolto altre 58 persone, che questa mattina per lo più sono state rinviate a giudizio, mentre per alcuni imputati, per reati minori come il falso, è scattata la prescrizione.
Il pm Salvatore Campochiaro, in riferimento alle posizioni di Pavone, assistito dagli avvocati Giuliano Milia e Augusto La Morgia, e di Miraglia, assistita dall’avvocato Marco Spagnuolo, aveva chiesto condanne a cinque e quattro anni di reclusione. Secondo l’accusa gli imputati procuravano falsi contratti di lavoro, versando denaro a imprenditori compiacenti, che consentivano l’ingresso irregolare degli immigrati in Italia.