Dopo la diffida della Regione al Comune di Guardiagrele per la mancata bonifica di due discariche, il Forum H2O denuncia il rischio inquinamento: 4,5 milioni di mc di rifiuti, misti a terreno, vanno verso valle e i rifiuti scivolano nel torrente Laio, affluente dell’Aventino.
Lo scorso 31 agosto 2018 la Regione Abruzzo aveva già diffidato il comune di Guardiagrele per le discariche abbandonate Brugniti e Colle Barone, che, denuncia il Forum H2O, precipitando nei calanchi, rischiano di contaminare il torrente Laio, affluente dell’Aventino. Gli ambientalisti stimano la presenza di 4,5 milioni di mc di terreno misti a rifiuti come arsenico, piombo e composti aromatici e alifatici: un volume pari a quasi due volte la piramide di Cheope.
“La lettera del dirigente regionale Longhi segue di alcuni giorni la richiesta di accesso agli atti fatta il 22 agosto dalla Soa, la stazione ornitologica abruzzese onlus e invita il comune ad adempiere agli obblighi di legge per le procedure di bonifica, in primis garantendo ogni misura di messa in sicurezza di emergenza – MISE dell’acqua sotterranea (“sic!”, visto che la storia va avanti da anni) e poi presentando un progetto di messa in sicurezza permanente – MISP o di bonifica”, si legge nella nota diramata dal Forum H2O. “Lo scandalo dei rifiuti nei calanchi e nel torrente Laio è nota dai primi anni ’90. A gennaio 2008 il Comune di Guardiagrele segnala alla Regione la possibile presenza di siti contaminati; nel 2012 deposita una caratterizzazione che evidenzia una pesante contaminazione con vari superamenti delle concentrazioni soglia di contaminazione. I consulenti del comune consegnano relazioni che fanno rabbrividire, con foto inequivocabili della massa di rifiuti precipitata verso valle, fino ad arrivare nell’alveo del torrente, stimando una quantità di terreno, misto a rifiuti, pari a 4,5 milioni di mc!
Passano altri 4 anni e nella conferenza dei servizi del 15/01/2016 si scrive che “vista la gravità della situazione, nonché la presenza di inquinanti di natura pericolosa, la presenza di un corso d’acqua superficiale, di una zona particolarmente tutelata, il comune si impegna contestualmente all’inoltro dell’analisi di rischio, unica proposta di fattibilità di bonifica dei due siti…”.
Poco dopo viene effettivamente consegnata dal Comune alla Regione l’analisi di rischio, ma manca però la proposta di fattibilità del progetto di bonifica. Le relazioni dei geologi confermano il superamento anche delle concentrazioni soglia di rischio per i seguenti parametri: piombo, manganese, arsenico, aromatici C9-C10, Alifatici C9-C18, 1,2,3 tricloropropano. Pertanto il sito è ufficialmente inquinato.
Ci vuole un altro anno per avere l’ufficializzazione dell’approvazione da parte del servizio gestione rifiuti della Regione di questa documentazione, con determina del 25/05/2017.
Sia nel 2016 che nel 2017 ARTA e Regione stigmatizzano che:
-non si è provveduto alla messa in sicurezza di emergenza (MISE) delle aree per l’acqua sotterranea, visto che alcuni limitati interventi realizzati anni addietro si sono rivelati del tutto insufficienti;
-il Comune non ha consegnato un’ipotesi progettuale per la bonifica/messa in sicurezza permanente.
Si arriva, quindi, alla diffida del 31 agosto di quest’anno.
Noi abbiamo fatto un sopralluogo lo scorso 8 agosto 2018 e abbiamo trovato una situazione di totale abbandono, con altre masse di rifiuti pronte a cadere nel calanco sottostante. Non capiamo perché non vi siano interventi almeno per fermare l’alimentazione del fenomeno, visto che a monte pare abbastanza ragionevole poter operare. Sicuramente è più complesso lavorare a valle per l’orografia molto accidentata. A nostro avviso, però, non hanno alcuna scusante i ritardi macroscopici del Comune di Guardiagrele, che ha l’obbligo da anni di risolvere questa vicenda.
Ovviamente ci riserviamo ogni altra azione una volta terminata la lettura di tutta la documentazione presa ieri alla regione”, chiude la nota del Forum H2O.