Era già successo nel 2010 e per questo non doveva accadere di nuovo. All’epoca un’orsa e il suo piccolo caddero nella stessa vasca, nei pressi del PNALM, in cui ieri sono annegati un’altra orsa e i suoi due cuccioli. Polemiche sulla mancata messa in sicurezza. L’Ente Nazionale Protezione Animali presenta un esposto.
A raccontare il precedente è l’associazione Salviamo l’orso che oggi stigmatizza la mancata messa in sicurezza del sito, di proprietà privata.
“Sono gravi le responsabilità dei proprietari del fondo, del PNALM e dei Carabinieri forestali per il mancato controllo del territorio a loro affidato. Cinque orsi , di cui quattro femmine, annegati in otto anni nella stessa vasca nel territorio di Villavallelonga sulla Serralunga, in un fondo che i proprietari, eredi di quel galantuomo di Emilio Sipari (il fondatore del Parco, ndr) affittano ad alcuni allevatori della zona.
Nel 2010 un’orsa ed il suo piccolo vi erano caduti dentro, probabilmente in questo stesso periodo dell’anno, ma erano stati ritrovati solo a fine inverno. Alcuni di noi, che poi avrebbero dato vita alla nostra associazione, ricordano ancora i proclami dei vertici del Parco e del Corpo Forestale sulla necessità di un censimento di questi vasconi montani, strutture quasi sempre abusive e pericolose per uomini e bestie, da mettere in sicurezza al più presto. Ebbene ci vollero due anni per dotare la vasca di una recinzione, evidentemente insufficiente visto che circa sei mesi fa ci fu segnalato che non esisteva più. Immediatamente girammo la segnalazione a chi di dovere, come ammette oggi l’Ente parco nel suo comunicato. Dopo vari e vani tentativi dello stesso di imporre ai proprietari del fondo la messa in sicurezza del manufatto, proprio la settimana scorsa la nostra associazione, resasi conto che la soluzione avrebbe richiesto tempi geologici (come sempre accade quando enti ed amministrazioni pubbliche sono chiamati ad intervenire) aveva deciso di procedere autonomamente ai lavori … poi è arrivata la notizia che non avremmo mai voluto ricevere.
Come potranno mai giustificare il loro comportamento i proprietari del fondo, che ricavano reddito dal suo affitto ma non spendono qualche centinaio di euro per evitare anche le persone possano rischiare la vita ? Quale giustificazione può accampare il Comando regionale dei Carabinieri Forestali a cui è demandato il controllo del territorio boschivo montano ? Quante volte in un anno i Carabinieri Forestali effettuano un sopralluogo sulla Serralunga? Se non ci fosse stato il solito escursionista, avremmo ritrovato le carcasse la prossima estate come nel caso del 2010, e sempre grazie a un escursionista o a un pastore… La Serralunga è forse far west, territorio non soggetto alla legge ? Il Comune di Villavallelonga non aveva forse l’obbligo di richiedere la messa in sicurezza del vascone o il suo smantellamento ? L’Ente Parco manda regolarmente tecnici e guardiaparco a monitorare quell’area, per cui una volta rilevato il pericolo posto dalla vasca avrebbe dovuto provvedere immediatamente, salvo poi denunciare i proprietari e rivalersi su di loro, o questo è chiedere troppo a coloro che hanno l’onere e l’onore di lavorare per la conservazione dell’orso più raro al mondo?La nostra rabbia è grande perché perdite assolutamente ingiustificabili come queste, causate da pigrizie ed inefficienze imperdonabili, vanificano l’impegno e il duro lavoro di tante persone perbene”.
Intanto l’Ente Nazionale per la Protezione degli Animali presenta un esposto alla Procura delle Repubblica di Avezzano (L’Aquila) per fare luce sulla morte dei tre orsi annegati nella vasca killer, nella Zona di Protezione Esterna del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, nel territorio compreso tra i comuni di Balsorano e Villavallelonga (L’Aquila). L’Enpa auspica che “questa perdita sia il punto di partenza non solo per una decisa assunzione di responsabilità da parte di tutti gli attori in gioco, ma per una pagina nuova nella tutela del nostro prezioso patrimonio di fauna”.