La Polizia di Pescara ha sgominato un’organizzazione criminale, ben radicata sul territorio, per associazione a delinquere finalizzata allo sfruttamento e al favoreggiamento della prostituzione .
In carcere, sono finiti due pescaresi, di 28 anni e 26 anni, arrestati a Milano, i quali avevano formato una vera e propria societa’ per procacciare gli immobili da affittare alle prostitute a prezzi fuori mercato. In manette sono finiti poi un milanese di 52 anni, che teneva i contatti con le prostitute e raccogliere gli incassi; un 29enne di Lecce, gestore di un bed & breakfast in cui sono state rintracciate alcune prostitute sfruttate dall’organizzazione. Agli arresti domiciliari, invece, e’ finita una colombiana di 37 anni, che avrebbe reperito appartamenti a Genova. Le due donne ricercate, una romena e una albanese, gestivano le fila del sodalizio.
Delle indagini, che sono partite nel 2017, si e’ occupata la squadra Mobile della Questura di Pescara. La polizia ha fatto emergere su un articolato sistema che, attraverso il reperimento di alloggi in affitto da destinare all’esercizio della prostituzione e la pubblicazione degli annunci su siti specializzati, consentiva di trarre ingenti profitti. Nel corso delle indagini sono stati individuati 30 appartamenti, di cui una decina solo a Pescara.
Sono circa 20 invece le ragazze e i transessuali, di nazionalita’ albanese, rumena e sudamericana, di cui l’organizzazione favoriva e sfruttava la prostituzione. Agli indagati e’ stata sequestrata una postepay, intestata ad una terza persona, utilizzata per riscuotere i compensi dalle prostitute, che effettuato ricariche sulla carta dopo aver e ricevuto per foto gli estremi.
Le indagini hanno consentito di far luce su un articolato sistema che, attraverso il reperimento di alloggi in affitto da destinare all’esercizio del meretricio e la pubblicazione degli annunci su siti specializzati, consentiva di trarre ingenti profitti dalla prostituzione. Gli investigatori, grazie anche all’ausilio di intercettazioni telefoniche, hanno scoperto numerose case d’appuntamento, in tutta Italia.
“I clienti – ha spiegato in conferenza stampa dal dirigente della Mobile, Dante Cosentino – erano soliti telefonare a delle utenze pubblicate sui siti specializzati, cui in realtà rispondeva non direttamente la prostituta ma, dalla Spagna, come fosse un call center, una donna, tuttora latitante, che procedeva poi a indirizzare la clientela verso le diverse case d’appuntamento sparse nella penisola”.
A conclusione delle indagini, gli uomini della Mobile di Pescara, in collaborazione con i colleghi di Milano, Lecce e Genova, hanno eseguito le misure cautelari, emesse dal gip Nicola Colantonio, su richiesta del pm Rosangela Di Stefano, che ha coordinato le indagini.
Il servizio del Tg8: