Dopo la morte dei tre orsi nella vasca di Villavallelonga nel Parco nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise, l’associazione Salviamo l’orso si appella agli enti per trovare una soluzione definitiva al problema.
E’ ancora da risolvere la questione del vascone che a Villavallelonga ha già ucciso cinque orsi in otto anni e che, a dispetto dei recenti fatti di cronaca, continua a essere una trappola mortale per animali e uomini. L’associazione Salviamo l’Orso si appella a Prefetto, Presidente del Parco e Sindaco di Villavallelonga, affinché risolvano la questione una volta per tutte.
Pochi giorni dopo il ritrovamento della madre e dei suoi 2 cuccioli annegati, il personale del Parco d’Abruzzo, Lazio e Molise, ha vuotato la cisterna dall’acqua, alta circa un metro e mezzo, e intorno alla vasca, realizzata abusivamente negli anni Sessanta, è stata installata una recinzione elettrificata, alimentata da un pannello solare. Un impianto analogo a quelli che nel Parco impediscono agli orsi di raggiungere arnie, stazzi e frutteti, ma che in un’ambiente montano con l’inverno incombente e senza una costante manutenzione, non può dare alcuna garanzia di efficienza per più di un paio di settimane dalla sua installazione.
“Il 16 novembre, quindi poche ore dopo il ritrovamento delle carcasse degli animali, il Comune di Villavallelonga con encomiabile prontezza, e di questo ringraziamo il sindaco Lippa con cui spesso abbiamo polemizzato ma a cui questa volta va il nostro ringraziamento, intimava ai proprietari del fondo, gli eredi del compianto e benemerito Emilio Sipari fondatore del Parco d’Abruzzo, di mettere in sicurezza la vasca entro sette giorni dalla data dell’ordinanza sindacale”, si legge in una nota dell’associazione Salviamo l’orso onlus. “Sono ormai passati più di dieci giorni dall’ordinanza del Comune ma gli eredi Sipari, che il giorno successivo all’accaduto si erano dichiarati addolorati e sconvolti dalla tragica morte dei tre orsi, e nonostante la nostra offerta di collaborazione, non hanno ancora preso alcuna iniziativa, per la messa in sicurezza del luogo, e continuano a tergiversare”.
L’associazione si scaglia contro i ritardi degli eredi Sipari, chiamati a spendere un paio di migliaia di euro per chiudere definitivamente quella trappola mortale, temporeggiando in attesa che la neve impedisca qualsiasi intervento o sperando che altri, Comune ed ente Parco, intervengano al loro posto.
“Giunti a questo punto riteniamo che non sia più possibile ritardare ulteriormente un intervento”, aggiunge l’associazione in difesa dell’orso bruno marsicano. “Perciò abbiamo deciso di appellarci pubblicamente al Prefetto dell’Aquila, all’ente Parco e al Comune di Villavallelonga, perché organizzino loro la chiusura della vasca o la sua trasformazione in un punto di abbeverata sicuro per il bestiame e la fauna selvatica, salvo poi rivalersi sui proprietari. Salviamo l’orso si offre nuovamente di contribuire alla soluzione del problema con un contributo economico, se questo fosse il problema, o con l’intervento di una ditta già contattata che sarebbe disposta immediatamente a effettuare un sopralluogo per definire l’intervento e il metodo con cui operare, previe necessarie autorizzazioni”.