Il coordinamento No hub del gas presenta un ricorso alla Presidenza della Repubblica contro il progetto di realizzazione del gasdotto Larino-Chieti: “Un’opera inutile che graverà sulle bollette di tutti i cittadini”.
E’ uno dei provvedimenti più rilevanti dell’attuale Governo, che autorizza una grande opera “fossile”, senza tenere conto delle pesanti ricadute ambientali ed economiche che comporterà: perché secondo le associazioni che aderiscono al coordinamento No hub del gas, il nuovo gasdotto Larino-Chieti, oltre a danneggiare l’ambiente (il metano è uno dei fattori principali dei cambiamenti climatici), graverà anche sulle bollette dei cittadini, che si troveranno loro malgrado a pagare un’opera dannosa e inutile, considerato il calo dei consumi di gas in Italia e nelle due regioni interessate dal progetto.
Per questo il coordinamento No hub del gas ha presentato un ricorso alla Presidenza della Repubblica, depositato e notificato il 2 novembre scorso dall’avvocato Gianni Piscione per conto dell’associazione Nuovo senso civico onlus, contro l’autorizzazione del Mise, il Ministero per lo sviluppo economico, risalente al 25 giugno 2018 per la costruzione del nuovo gasdotto Larino-Chieti tra Abruzzo e Molise.
“Si tratta di uno dei primi provvedimenti del Mise, varato sotto il nuovo Governo a essere impugnato per un’opera rilevante dal punto di vista delle conseguenze ambientali, assieme alla Via (valutazione d’impatto ambientale) positiva rilasciata dalle due Regioni”, si legge in una nota del coordinamento No hub del gas. “Il metano si sta rivelando uno dei gas-serra più impattanti sui cambiamenti climatici e deve essere abbandonato quanto prima, come richiesto dagli scienziati dell’IPCC. Per questo è una follia costruire nuove opere fossili inutili, visto anche il continuo calo dell’uso del metano in Italia e nelle due regioni interessate dall’opera, con l’ulteriore beffa dei costi che andranno a gravare sulle bollette dei cittadini e delle imprese”.