Ambasciatori della fame, Storie di emigrazione abruzzese … non sempre fu “sogno americano”. Anthony F. Marcozzi, eroico paracadutista americano caduto durante la Seconda Guerra Mondiale, era di origini teramane. Morì, dopo essersi offerto volontario, nella storica “Battle of Carentan” riprodotta anche nel celebre film “Salvate il soldato Ryan”.
Il Presidente onorario dell’Associazione Ambasciatori della Fame, Geremia Mancini, ci propone la storia di Anthony Marcozzi, eorico paracadutista, nato a New Castle, nello Stato del Delaware, nel 1919 da Carlo (n. 1878) e Maria Modesti (n. 1882). Entrambi i suoi genitori, al loro arrivo ad “Ellis Island”, dichiararono di provenire da Teramo. Carlo arrivò una prima volta negli Stati Uniti nel 1898. Successivamente fece ritorno in Italia almeno due volte. Infatti risultano due suoi arrivi ad “Ellis Island” uno nel 1902, navigò sulla nave “Città di Torino” e l’altro nel 1906 quando sbarcò dalla “Manuel Calvo”. Carlo Marcozzi trovò lavoro nelle Ferrovie (“Pennsylvania Railroad”). Sua moglie, con i figli nati in Italia, lo raggiunse nel 1913 sul “Taormina”. La famiglia si stabilì nella cittadina di New Castle dove otto anni dopo nacque Anthony. Il padre, uno dei primi italiani ad arrivare a New Castle, fu anche fondatore della “The St. Anthony’s Society”. Il 16 settembre del 1940 il giovane Anthony si arruolò nella “New Castle County Air Base” nel Delaware. Successivamente fu inviato a “Fort Benning” la Scuola di Fanteria dell’Esercito Americano. Poi destinato al “Private First Class”, Company C, “502nd Parachute Infantry Regt”, 101st Airborne Division. Il 502nd reggimento di fanteria paracadutisti (502nd PIR), fu attrezzato per il volo. Il reggimento fu appositamente istituito poco dopo l’entrata americana nella seconda guerra mondiale ed assegnato come reggimento alla 101° Divisione Airborne (detta “The Screaming Eagles”) una delle formazioni più decorate dell’esercito americano. Lui fu aggregato come PFC (“Private First Class”). Il reggimento venne impiegato in Europa durante la Seconda Guerra Mondiale. Tra questi coraggiosi e spesso eroici uomini si fece onore, sino all’estremo sacrificio, il giovane teramano. Pochi giorno dopo lo “Sbarco di Normandia” si rese fondamentale la conquista del villaggio di Carentan (piccolo paese rurale nella penisola di Cotentin in Normandia) un crocevia ancora occupato dai tedeschi. Fu il Generale Eisenhower a dire: “Carentan, a tutti i costi, deve essere nostra”. Carentan fu conquistata ma, purtroppo, tra i “costi” da pagare ci fu anche la vita di Anthony F. Marcozzi. L’11 giugno del 1944 si ritenne necessario, per l’attacco dell’avamposto tedesco, l’utilizzo dei paracadutisti. L’operazione era di estrema pericolosità e per prima cosa si fece appello ai volontari. Tra questi, uno dei primi ad alzare la mano, fu Anthony. Partì l’operazione ma i tedeschi erano agguerriti e pronti a reagire. Tre paracadutisti caddero durante l’attacco e uno di loro fu proprio Anthony. Nei giorni successivi Carentan, dopo una cruenta battaglia, fu conquistata dagli americani. Al giovane abruzzese andò la “Purple Heart” (decorazione statunitense assegnata, in nome del Presidente degli Stati Uniti, ai caduti durante il servizio nelle Forze Armate). Anthony F. Marcozzi riposa nel “Normandy American Cemetery and Memorial” di Colleville su Mer un piccolissimo comune francese situato nel dipartimento del Calvados nella regione della Normandia. E’ ritenuto il più importante cimitero americano della Seconda Guerra Mondiale in Europa. Il cimitero sorge a strapiombo sulla tristemente famosa spiaggia di “Bloody Omaha”. I caduti riposano, tutti rivolti verso ovest, in direzione della loro patria che non avrebbero mai più rivisto. In questo comune furono girate la scena iniziale e la scena finale del film “Salvate il soldato Ryan”. I suoi genitori, in ricordo nel loro ragazzo, fecero erigere un apposito cenotafio nel “St. Peter the Apostle Cemetery”. Il “Wilmington Morning News”, del 30 giugno del 1940, scrisse “Anthony F. Marcozzi, di New Castle, una classe privata di prima classe paracadutista del 502ª, è stato ucciso in azione l’11 giugno in Francia, questo secondo un messaggio inviato dal Dipartimento di Guerra ai suoi genitori. Oggi avrebbe avuto 24 anni. Anthony Marcozzi era ben noto, amato e stimato dai suo compagni”. Qualche tempo dopo in sua memoria fu fondata l’Associazione “ Anthony F. Marcozzi Post 32, American Legion”.
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Da questo lungo excursus dei poveri italiani andati all'estero (alcuni morti tragicamente in guerra o nelle miniere di Marcinelle in Belgio ,e non solo!)! Grande vanto per l'Italia e pere tutti noi, esclusi i Mattarella,i Renzi, i Gentiloni, le Boldrini e Papa Francesco che mettono sullo stesso piano questi nostri "nonni" andati lontano non per sfruttare come fanno zingari e clandestini afrigranti inutili sfaticati e pericolosi, ma PER LAVORARE ONESTAMENTE! Già ciò l'avevo affermato precedentemente, ogniqualvolta che ho sentito le deliranti, vanesie e offensive prediche nei confronti dei nostri connazionali di un presidente della repubblica che ha avuto il coraggio blasfemo di affermare"anche noi siamo stati emigranti!"Vergogna! Penso che quando qualcuno di questi caporioni profferiscono tali frasi dovrebbero essere fischiati e disapprovati!